Martedì, 26 Settembre 2017 14:08

Il protestantesimo

31 ottobre 1517: Martin Lutero affigge le sue 95 tesi alla porta della chiesa di Wittenberg e avvia quella che viene storicamente definita la “Riforma”. Le sue proteste contro il commercio delle indulgenze, però, non erano state le uniche

Già nel Duecento movimenti riformisti avevano invocato un cristianesimo non contaminato dal potere. Alcuni, come i francescani, rimasero nella Chiesa cattolica romana, altri, accusati di eresia, si dissolsero o entrarono nella clandestinità, come i valdesi. Nel Trecento, John Wyclif aveva divulgato idee riformiste in Inghilterra e all’inizio del Quattrocento il boemo Jan Hus veniva condannato al rogo per idee molto simili a quelle di Lutero.

Congiuntura favorevole
Lutero viene scomunicato nel 1521 e deve nascondersi per non essere condannato come eretico, ma la Riforma luterana emerge in un tempo “maturo”, segnato da altri fermenti sociali e politici. All’inizio del Cinquecento fiorisce il Rinascimento, che valorizza le fonti classiche e anche le fonti religiose, cioè le Sacre Scritture, cui la Riforma si richiama. Le idee di Lutero si diffondono rapidamente anche grazie alla quasi contemporanea invenzione della stampa: volantini e libretti circolano per tutta Europa e la Bibbia in lingua tedesca diventa accessibile.

Fra religione e politica
Anche tensioni politiche si sovrappongono alla protesta religiosa di Lutero. Lui denuncia il commercio delle indulgenze e delle cariche ecclesiastiche, respinge la mediazione della Chiesa per la salvezza dell’anima, auspica la lettura delle Sacre Scritture da parte di tutti i fedeli e biasima lo stile di vita dissoluto di gran parte del clero; molte persone, sia semplici che erudite, lo seguono, altre vi si oppongono. Alcuni seguaci di Lutero applicano all’ambito politico e sociale le sue idee di uguaglianza davanti a Dio. Così in alcune regioni della Germania i contadini si ribellano ai nobili. Lutero si oppone ai rivoluzionari e la repressione è brutale.
Molti principi tedeschi avevano aderito alla Riforma e il Sacro Romano Impero si divide fra principati cattolici e riformati. Lutero chiede ai principi che lo appoggiano di organizzare la vita ecclesiale nei propri Stati. Questi e le città libere dell’impero, quasi tutte protestanti, temono una repressione della Riforma da parte dell’imperatore Carlo V e si organizzano nella Lega di Smalcalda. Gli scontri fra l’imperatore e la Lega si concludono nel 1555 con la Pace di Augusta, che sancisce la libertà dei principi e delle città libere di scegliere la propria confessione. I loro sudditi però devono adeguarsi alla loro scelta, secondo il principio cuius regio, eius religio.

Una diffusione articolata
Nel Cinquecento il luteranesimo si diffonde in parte della Germania e dei Paesi nordici (Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia), dove ancora oggi costituisce la confessione cristiana principale.
Negli altri Paesi europei le idee protestanti vengono represse a partire dalla seconda metà del secolo.
In Svizzera Ulrich Zwingli introdusse le idee di Lutero a Zurigo: nel 1525 aveva abolito il celibato dei preti, chiuso i monasteri, proibito il culto dei santi e di qualsiasi immagine. Altre parti della Svizzera seguirono la Riforma di Zurigo.
Nel 1529 Lutero e Zwingli si incontrarono a Marburg per risolvere alcune controversie teologiche. Su un punto non concordano: la Santa Cena. Mentre, per Lutero, nell’atto della comunione sacramentale sono presenti il vero corpo e sangue di Cristo, Zwingli li considera soltanto simboli che servono per commemorare l’Ultima Cena.

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Last modified on Martedì, 26 Settembre 2017 14:30

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