Apartheid di genere. Non c’è altro modo di chiamare quello che sta succedendo in Afghanistan sotto gli occhi chiusi di tutti. Un genere spazzato via. Cancellato. Se le avessero uccise, le donne tutte insieme, il mondo avrebbe sollevato gli scudi, invece i talebani, e chi con loro, hanno trovato un modo più subdolo per liberarsi delle donne, pur continuando a costringerle a procreare piccoli altri uomini dall’ideologia primitiva e i modi brutali. Perché primitivo non significa stupido, gli sciocchi sono altri, sono quelli che hanno i soldi, le idee liberali di cui si riempiono la bocca ma non sanno applicarle. Oggi le donne in Afghanistan non possono uscire di... leggi tutto
Carol Maltesi, 26 anni, il suo corpo è stato fatto a pezzi e ritrovato in una scarpata in un paesino del bresciano. Colpevole il vicino di casa, amico della vittima.Viviana Micheluzzi, 51 anni, uccisa con un colpo di pistola dal marito che, dopo aver commesso l'efferato omicidio, si è tolto la vita. Sono della scorsa settimana le notizie di queste due donne, diverse tra di loro per età e per stile di vita, che condividono un particolare, ricorrente nei femminicidi: sono state uccise da uomini di cui si fidavano. Entrambe madri e lavoratrici. L'attività svolta da una di loro è stata raccontata con dovizia di particolari, perché Carol Maltesi da qual... leggi tutto
La violenza sulle donne? Interessa innanzitutto gli uomini. È da questo principio che nasce il manifesto del Comitato civico “Impariamo a dire noi” che rappresenta la sintesi dell’elaborazione, fin qui compiuta, in oltre un anno di lavoro a Firenze da un gruppo di donne e uomini che sentirono la necessità di confrontarsi sul fenomeno del femminicidio e della violenza domestica, spinti da un forte preoccupazione e indignazione per quanto era avvenuto nella fase del lockdown (si ricorda che durante il lockdown furono 5.031 le telefonate valide al 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019). Il comitato è promosso tra gli altri dal sociologo... leggi tutto
A distanza di un anno dall’entrata in vigore della Legge 69/2019, il cosiddetto ‘Codice rosso’, strumento introdotto per contrastare la violenza di genere, si tirano le somme di quello che ha funzionato e di quello che invece c’è ancora da fare sul tema. “È importante ribadire che il luogo della lotta reale alla violenza di genere non è l’aula di giustizia, ma questo non vuol dire che non debba essere un luogo in cui le donne possano trovare fiducia e sostegno”. Esordisce così, ospite del ‘Festival della violenza illustrata’ di Bologna, Paola di Nicola, magistrata e scrittrice marchigiana che da anni si batte c... leggi tutto
Per diversi anni ho inserito nella programmazione didattica delle mie classi o di gruppi interclasse un percorso sul tema della violenza di genere, cogliendo l’occasione offerta dal premio “Colasanti-Lopez” promosso dalla Provincia di Parma e avvalendomi della preziosissima collaborazione di associazioni impegnate in questo ambito (Centro Antiviolenza, Centro Italiano Femminile, Maschile Plurale). Devo riconoscere che la consapevolezza e la sensibilità verso questa realtà sono cresciute in me grazie anche al percorso fatto insieme ai miei alunni e alunne e alle persone che ci hanno accompagnato. Il mio punto di partenza è stato prima di tutto mettermi ... leggi tutto
Una giovane romana, Ginevra Candidi, è la nuova Youth Ambassador di Wave (Women Against violence Europe), la rete europea dei centri antiviolenza. Studi in Scienze Politiche e Master in diritto internazionale e diritti umani conseguita ad Utrecht con una tesi sulla Convenzione di Instanbul, Ginevra crede nel “potere delle parole. Grazie ad esse si può fare la differenza in problematiche come quelle della violenza di genere”. “Le persone della mia età – spiega a B-hop magazine – sono abituate a pensare alla violenza sulle donne come a qualcosa di sbagliato ma anche di ineluttabile. Ecco perché è mia intenzione coinvolgere i gi... leggi tutto
Il 5 ottobre 2016 aveva ucciso la donna con cui aveva una relazione da un mese. L’aveva fatto volontariamente, strangolandola a mani nude. La condanna in primo grado era stata di 30 anni per omicidio aggravato da motivi abietti e futili. Poi la Corte d'appello di Bologna aveva dimezzato la pena. Tra i motivi, anche una plausibile "tempesta emotiva" determinata dalla gelosia. Ad uccidere Olga Matei, però, non era stato un raptus. Ma un uomo. In carne, ossa e volontà. Eppure la sua pena è stata ridotta e con la riduzione degli anni di carcere si riduce anche la fiducia negli strumenti protettivi e di contrasto alla violenza. L’indagine realizzata da Ipsos, d&... leggi tutto
In Marocco, lo scorso 30 dicembre, un uomo è stato condannato per le ripetute violenze nei confronti della moglie. La pena consiste in 2 anni di carcere, al pagamento di una multa e al risarcimento di alcune migliaia di franchi alla consorte. Punizione troppo lieve? Sicuramente. Ma non dimentichiamo che la società marocchina, fino a poco tempo fa non considerava la violenza domestica come reato. Sono le prime conseguenze della legge Hakkaoui che, approvata a febbraio 2018 dal parlamento di Rabat, prende il nome dalla ministra della Famiglia che l’ha proposta. La normativa, approvata non senza difficoltà a ben dodici anni dalla prima lettura, inasprisce e in alcuni... leggi tutto
La lettera non si limitava a denunciare la violenza: dichiarava l’impegno a portare avanti «un’azione educativa e pastorale profonda e rinnovata», sia per liberare gli uomini «dalla spinta a commettere violenza sulle donne», sia per sostenere «la dignità delle donne».La dichiarazione affonda le sue radici nel Decennio Ecumenico di Solidarietà delle Chiese con le Donne, indetto nel 1988 dal Consiglio Ecumenico delle Chiese** con la partecipazione di molte donne cattoliche. Alla sua conclusione nel 1998, dalle visite alle Chiese aderenti di tutto il mondo era emersa una ben triste conclusione: ciò che univa le donne di ogni c... leggi tutto
Nel mondo, una donna su tre è vittima di violenza. Un dato che in questi giorni ha inondato tutti i media. Ma quanti di noi si sono fermati a riflette su cosa significhi questo dato? Diffonde un messaggio straziante: per ogni tre donne che conosciamo - una madre, una nonna, una sorella - statisticamente una di loro sta subendo o ha subito una violenza. A pensarci, è pietrificante. Eppure c’è chi, anche dopo una violenza ha la forza di parlare. Il coraggio di denunciare. La volontà di prendere l’iniziativa e combattere. Proprio per dare voce a questa vittime, e appoggiandosi allo slancio dei movimenti globali e delle campagne di base come #MeToo, #Ti... leggi tutto
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Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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