Giù le mani da Riace Flikr
Martedì, 16 Ottobre 2018 19:17

Giù le mani da Riace

La Rete dei Comuni Solidali ha diffuso un appello a sostegno di Riace, un piccolo paese della Locride che rischia di veder morire il progetto di accoglienza, riconosciuto in tutto il mondo come esempio di solidarietà

L’anno 2017 sarà ricordato dalle tante persone, associazioni, cooperative ecc che hanno potuto conoscere in questi anni l’esperienza di Riace anche come un anno di passaggio importante per la possibile continuità del progetto di accoglienza. Un progetto nato nel 2001 quando ancora non si chiamava Sprar, ma Pna (Piano Nazionale Asilo). In questi sedici anni Riace ha saputo uscire dall’ isolamento storico di un territorio particolare come la Locride e imporsi sul piano nazionale e ultimamente internazionale diventando un vero punto di riferimento sull’accoglienza migranti. La formula adottata è stata semplice e geniale allo stesso tempo: trasformare in positivo quello che per altri viene vissuto come un problema. Un borgo che si stava spopolando, rinato grazie alla presenza dei migranti che hanno riportato vita. Scuole e servizi mantenuti aperti, attivi, grazie ai tanti bambini presenti. Una piccola economia che riprende slancio. Per fare questo sono state utilizzate formule innovative che per sedici anni sono rientrate nelle caratteristiche del progetto e anzi, sono diventate un modello: i bonus e le borse di lavoro.

I bonus: uno strumento locale per consentire ai migranti di usufruire di un potere di acquisto (fra gli esercenti che hanno accettato questo sistema sulla fiducia), per una dignità di scelta e autonomia e supplire così gli storici ritardi dei contributi pubblici.

Le borse di lavoro hanno consentito di riavviare un tessuto economico e dare una risposta lavorativa a quelle famiglie di richiedenti asilo che intendevano fermarsi a Riace, costruire un futuro e un radicamento. Le botteghe artigianali del paese (ceramica, ricamo, vetro, tessitura ecce cc), sono state una risposta forte che ha permesso la coesione sociale.

Due elementi fondamentali per il progetto Riace che ora (dopo sedici anni di attività) sembra messo in discussione. Se il suo azzeramento verrà confermato di fatto sancirà la fine e la chiusura del progetto stesso. Progetto, vogliamo ricordarlo, che è stato da stimolo per tutti i progetti nati in seguito nella Locride e in Calabria, progetto che è diventato modello e copiato in tutta Italia. Progetto che ha sempre risposto di sì, alle telefonate di emergenza umanitaria della Prefettura, dove richiedevano posti di accoglienza senza attendere carte, timbri, assegnazione.

La Rete dei Comuni Solidali fin da subito è stata a fianco del sindaco di Riace, veicolando in ogni dove e con ogni mezzo il progetto “pilota” di accoglienza. Molte le iniziative organizzate fra queste il Riaceinfestival www.riaceinfestival.it per raccontare anche sul piano della comunicazione e della cultura la trasformazione avvenuta. Innumerevoli i premi i riconoscimenti, fra questi: Nel 2008 Win Wenders ha voluto girare a Riace il corto “Il Volo” Nel 2010 il sindaco di Riace per la “capacità di tenere insieme l’antico e il moderno” è stato inserito dal World Mayor Prize fra i 23 finalisti del premio come miglior sindaco del mondo, al terzo posto insieme al sindaco di Città del Messimo e Mumbai. Nel 2014 Riace è stato presentato sul sito di Al Jazzera Nel 2015 il sindaco Domenico Lucano è stato premiato a Berna dalla Fondazione per la Libertà e i diritti umani. Nel 2016 il magazine americano Fortune ha reso pubblica la classifica delle persone più influenti del mondo. Il sindaco di Riace, è stato inserito al quarantesimo posto della classifica dei 50 leader per il suo impegno in favore degli immigrati e del loro inserimento sociale. Nel 2017 è stata girata una fiction dalla Rai e dalla produzione Picomedia con Beppe Fiorello che andrà in onda a gennaio 2018 La rivoluzione che Domenico Lucano e tutti gli operatori e i riacesi che ci hanno creduto sono riusciti a portare nel piccolo paese ha una valenza enorme non solo per tutta la Calabria ma per tutta l’Italia. Non è solo un esperimento da far conoscere e moltiplicare ma una vera speranza in questa estate 2017 dove il lavoro delle Ong viene messo in discussione e dove “l’inumano” (come scrive Marco Revelli) rischia di diventare il nostro pane quotidiano, affinché: “l’Altro sia ridotto a Cosa, indifferente, sacrificabile, o semplicemente ignorabile. Che la vita dell’altro sia destituita di valore primario e ridotta a oggetto di calcolo”.

Chiediamo dunque che venga ristabilita la priorità umana nei confronti della burocrazia. Il progetto Riace merita un futuro non solo per la comunità riacese ma per tutti noi. Ci sono strane ombre che si addensano sul progetto Riace, che non è un semplice progetto Sprar o Cas.

Chiediamo che le ispezioni e le visite di monitoraggio vengano svolte in maniera obiettiva e serena per meglio comprendere il lavoro degli operatori. Il Sindaco è in attesa da diverso tempo di conoscere l'esito di due visite ispettive della Prefettura di Reggio Calabria che nonostante le richieste formali non sono mai arrivate.

Chiediamo, infine, al Governo Italiano e, per esso, il Ministero dell'Interno e la Prefettura di Reggio Calabria di volere confermare il sostegno finanziario fornito all'esperienza di Riace, anche con riferimento alle pratiche dei bonus e delle borse lavoro, senza delle quali gran parte di quell'esperienza è destinata a disperdersi in breve tempo. 

Chiediamo tutto questo con una petizione.

Last modified on Martedì, 16 Ottobre 2018 19:33

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