Domenica, 28 Ottobre 2018 08:05

Quale emergenza?

Presentato a Roma e in altri capoluoghi italiani il Dossier Immigrazione 2018. In Italia ci sono meno stranieri residenti rispetto a Germania e Regno Unito e l’incidenza sulla popolazione è più bassa di questi ultimi e di altri paesi più piccoli dell’Unione. Calo negli arrivi dovuto agli accordi Italia-Libia e all’aumento delle morti in mare.

Secondo l’indagine statistica pubblicata da Idos lo scorso 25 ottobre, nel nostro Paese ci sono 5,1 milioni di residenti stranieri; la Germania ne conta 9,2 milioni e il Regno Unito 6,1 milioni.

L’Italia, quindi, non è il Paese con il numero più alto di migranti né quello che ospita più rifugiati e richiedenti asilo. Lo dimostra, numeri alla mano, il Dossier Statistico Immigrazione 2018. Il nostro Paese supera di poco la Francia (4,6 milioni) a cui segue la Spagna (4,4).
Quell’invasione spesso evocata dai media, in realtà non esiste: il numero degli stranieri residenti in Italia è stabile dal 2013 e si attesta intorno ai 5 milioni. Anche la loro incidenza sulla cittadinanza, circa l’8%, aumenta di pochissimi decimali l’anno perché la popolazione italiana è sempre più anziana, meno feconda e in piena emigrazione. Un’incidenza che, comunque, è più bassa di quella in Germania (11,2%), Regno Unito (9,2%) e diversi altri Paesi più piccoli dell’Unione europea, dove i valori superano anche in maniera consistente il 10% (Cipro 16,4%, Austria 15,2%, Belgio 11,9% e Irlanda 11,8%). L’incidenza più alta si registra nel Lussemburgo, dove gli stranieri sono quasi la metà di tutti i residenti (47,6%).

L’emergenza, piuttosto, è dovuta all’incapacità dell’Italia e dell’unione Europea di far fronte a questo fenomeno. Dal dossier emerge anche il ritratto di questi stranieri: «Circa due su tre hanno un permesso di soggiorno di durata illimitata, che attesta un grado di radicamento e stabilità ormai consolidato. Dei restanti il 35% ha un permesso di soggiorno a termine per famiglia o per lavoro e meno di 1 su 5 è titolare di un permesso inerente alla richiesta di asilo o alla protezione internazionale o umanitaria».

Il dossier riporta dati in diminuzione anche per quanto riguarda gli arrivi sulle nostre coste: molto è stato fatto nelle trattative Italia-Libia, ma la causa principale rimane l’altissimo numero di morti in mare, dovuti anche dai blocchi delle navi di Ong.

Un dato, commenta il dossier, che rende ancora più prezioso il progetto pilota dei corridoi umanitari, avviato in Italia da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e Tavola Valdese, in intesa con i Ministeri dell'Interno e degli Affari Esteri, portando in Italia dal Libano, in modo sicuro e protetto, 1.249 richiedenti asilo da diversi Paesi nel mondo tra cui: Siria, Palestina, Iraq, Yemen.

Luca Di Sciullo, presidente del Centro Studi e Ricerche di IDOS ha voluto dedicare simbolicamente la giornata di presentazione del dossier, che prevedeva anche momenti di confronto e dialogo, a Domenico Lucano. «L’auspicio – ha dichiarato Di Sciullo – è che un’esperienza felicissima di integrazione dei migranti riconosciuta in tutto il mondo non venga svilita da queste decisioni». Ripartire da questa speranza è un impegno che l’Italia deve portare avanti.

Last modified on Domenica, 28 Ottobre 2018 08:31

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