Venerdì, 16 Giugno 2017 06:32

Lacune di conoscenza

La Capitale è davvero assediata dai migranti??

La paura evocata da Virginia Raggi sconcerta. Forse rivela lacune di conoscenza, come quelle che talvolta contagiano i membri delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale.

Joy, nome fittizio di giovane donna in carne e ossa, racconta il suo esodo dall’Africa.

Non è perseguitata politica. La sua fuga dal villaggio è frutto di uno scontro fra culture, quella dei suoi antenati e quella di suo padre.
Il nonno di Joy era uno sciamano, mediatore con gli spiriti del bene e del male. A lui ricorreva tutto il clan per dissolvere con riti ancestrali ogni maledizione: curare l’aridità con la pioggia, e liberare dallo spirito cattivo una persona ammalata.

Per tradizione, lascia questi poteri al primogenito, che deve prendere in consegna i feticci e gli oggetti dei “sacri riti”. Ma il padre di Joy spezza la tradizione. Come cristiano rifiuta di diventare lo sciamano del clan. Non è facile, però, sottrarsi a norme ataviche, e la pressione su di lui diventa insopportabile. Gli anziani del villaggio non lo lasciano in pace.

Pensa allora di risolvere la questione con una scorciatoia: distruggere i feticci. Joy e un altro familiare lo affiancano nell’impresa.
Questo è un abominio per il clan: l’affronto alla divinità porterà maledizione su tutto il villaggio ed esige riparazione. Chi ha distrutto i feticci deve morire!

Poco dopo il padre di Joy scompare, l’altro familiare viene avvelenato e Joy si ammala. Forse per paura evocata, o per paura reale. Alla fine è la disperazione della madre a farla partire: almeno lei, per sottrarsi alla giustizia del clan, vada lontano.

La Commissione cha ha ascoltato Joy ha definito tutto ciò “superstizione”: questione evanescente, senza sostanza.

Forse lo è per chi nasce e cresce in una società che elogia la razionalità e degli “spiriti cattivi” se ne ride, ma non per altre persone. Certamente non per gli anziani del villaggio di Joy. La sua storia è una delle tante che costellano lo scontro fra culture. Uno scontro spesso cruento.

A chi è perseguitato per inclinazione sessuale viene riconosciuta la protezione internazionale, ma a chi è perseguitato per questo scontro fra culture no. Perché?

Paure evocate? Paure reali? Cosa dice Virginia Raggi?

Forse, con un po’ più di conoscenza e di comprensione, si potrebbero dissolvere entrambe..

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