Giovedì, 22 Febbraio 2018 12:45

Grazie, Francesco!

Grazie Francesco,
per aver ricordato i nostri volti, le nostre ferite e le nostre attese.
Siamo le donne e gli uomini della Repubblica democratica del Congo e del Sud Sudan che non si rassegnano alla violenza!
Grazie, Francesco!
Siamo “Donne per la pace”: ogni mese preghiamo e marciamo insieme per le strade di Juba, la capitale della nazione più giovane del mondo. Siamo di etnie e religioni diverse, ma tutte abbiamo partorito nel dolore durante i 50 lunghi anni della guerra.
Non possiamo più sopportare che i nostri figli continuino ad uccidersi per i giochi sporchi di chi svende la nostra terra e ruba le nostre risorse, primo fra tutte il petrolio.
Grazie, Francesco!

Sono Luigia Coccia, missionaria comboniana. Grazie, perché hai rotto un silenzio che non è indifferenza, ma complicità. Ho vissuto nella Repubblica democratica del Congo, con donne e uomini che subiscono da 20 anni un conflitto definito di bassa tensione, ma che ha già ammazzato 8 milioni di persone. È a “bassa tensione” o “bassa attenzione”? Noi non sappiamo che cosa succede nel Kivu, ma lo sanno molto bene le multinazionali e i governi internazionali che, per alimentare la rivoluzione digitale, estraggono dal Congo l'80% del Coltan mondiale. La preghiera dello scorso novembre, la tavola rotonda dello scorso gennaio all'Università Urbaniana e l’invito alla preghiera e al digiuno per domani, 23 febbraio, sono momenti che spalancano una finestra mondiale sulla Repubblica democratica del Congo.
Domenica 11 febbraio, eravamo in tanti e tante in piazza San Pietro. Quando il Papa ha salutato la comunità congolese una giovane di Kinshasa che studia a Roma ha gridato: «Amoni biso. Il papa ci ha visti!»

Sì! Papa Francesco ha deciso di vedere il popolo congolese e di farlo vedere al mondo. La Chiesa del Congo esce dalla sacrestie, marcia pacificamente sulle strade, abbraccia e difende il diritto alla vita e alla giustizia: e paga un caro prezzo. «Nelle nostre mani rami di pace, la Bibbia, il rosario…Quando abbiamo visto arrivare la polizia, ci siamo messi in ginocchio, per esprimere in modo totale la nostra non violenza. Eppure, hanno sparato su di noi. Sapevamo di rischiare la vita, ma abbiamo scelto di marciare, comunque. Non possiamo lasciarci rubare il presente e il futuro».

Domani, 23 febbraio, in tanti Paesi si celebra un giorno di preghiera e digiuno per la pace in Sud Sudan e nella Repubblica democratica del Congo. L’invito di Francesco a rompere il silenzio è stato raccolto da tante e tanti.
Raccoglilo anche tu!

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Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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