Forse il nostro Paese sta avendo la meglio sulla pandemia. Ma come se la cava il resto del mondo?Come stiamo proteggendo le comunità più isolate?
Nell'Amazzonia ecuadoriana il Covid-19 rischia di avere tragiche conseguenze. I popoli indigeni Waorani si stanno organizzando per affrontare la pandemia senza particolari aiuti governativi. Consigli e informazioni sanitarie vengono diffuse in radio per fare in modo che tutti, anche le popolazioni che vivono nelle aree più remote della foresta, possano avere accesso alle notizie relative al virus.
Le notizie sono diffuse anche attraverso altri mezzi, da Whatsapp alle arti visive: disegni fatti circolare nei villaggi...
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Chi può ormai usare il detto “essere virale” senza tremare un pochino? Chi può vedere ancora qualcosa -la maniglia di una porta, una confezione di cartone, una borsa di verdure – senza immaginare che pulluli di quelle invisibili, non-morte, inanimate masse cosparse di ventose allungate che aspettano solo di attaccarsi ai nostri polmoni?
Chi può pensare di baciare un estraneo, salire sull’autobus o mandare i propri figli a scuola senza sentire una vivida paura?
Chi può pensare ai piaceri quotidiani senza valutarne il rischio?
Chi fra di noi non è un epidemiologo improvvisato, un virologo, uno statistico o un profeta? Chi fra gli sc...
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In Africa resta ancora basso il livello di diffusione della pandemia del coronavirus. Secondo dati ufficiali in 47 stati su 54 del continente si registrano 4.748 casi di contagio – di cui 1.292 solo in Sudafrica – con 174 decessi e 330 persone guarite. Ma non c’è da illudersi, dichiara Ellen Johnson Sirleaf, ex presidente della Liberia e premio Nobel della pace, che avverte: «È solo una questione di tempo. Il Covid-19 colpirà il continente, che è il meno preparato ad affrontarlo. Dobbiamo agire adesso per rallentarlo, rompere la catena di trasmissione».
Per alcuni misure strettissime
Già vari stati africani si sono mobilitati...
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Ormai lo ha detto anche l’Organizzazione mondiale della sanità: è pandemia.
Il Covid-19, insidioso e ancora poco conosciuto, esige da noi un grande senso di responsabilità per cambiare le nostre abitudini e farlo con convinzione.
Raccogliamo con gratitudine la solidarietà espressa ieri in lingua italiana dalla presidente della Commissione europea, la tedesca Ursula Von Der Leyen: «In questo momento, in Europa siamo tutti italiani».
Ma ancor più siamo grate per il messaggio di una giovane amica, che appartiene a quella fascia di età che sembra ancora poco incline a raccogliere gli appelli del governo e delle istituzioni: #stateaca...
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