Il 19 dicembre 2018 il Patto veniva approvato dall’Assemblea generale dell’Onu con 152 voti a favore, 5 contrari e 12 astensioni, fra cui quella dell’Italia. Per il clima politico di allora, caratterizzato da xenofobia e nazionalismo, il Patto costituisce un accettabile compromesso che, nel rispetto dei diritti umani, riafferma l’importanza della cooperazione multilaterale per gestire al meglio i flussi migratori.
Il Forum globale su migrazione e sviluppo, organizzato dagli Stati membri dell’Onu in modo volontario, informale e non vincolante con la partecipazione di osservatori e di rappresentanti della società civile, discute in modo trasparente e con u...
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Questo Patto globale esprime il nostro impegno collettivo a migliorare la cooperazione in materia di migrazione internazionale. Le migrazioni fanno parte dell’esperienza umana nel corso della storia e riconosciamo che sono una fonte di prosperità, innovazione e sviluppo sostenibile nel nostro mondo globalizzato e che questi impatti positivi possono essere ottimizzati migliorando la governance della migrazione. La maggior parte dei migranti di tutto il mondo oggi viaggia, vive e lavora in modo sicuro, ordinato e regolare. Nondimeno, la migrazione influisce innegabilmente in modi molto diversi e talvolta imprevedibili sui nostri Paesi, come pure sulle comunità, sui migranti...
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Il Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, non vincolante e pertanto non lesivo della sovranità degli Stati, è il risultato di un processo di consultazione trasparente e aperto con le varie parti interessate, inclusi rappresentanti della società civile e delle comunità della diaspora, degli stessi migranti, del settore privato, del mondo accademico, dei media, dei sindacati e dei parlamentari.
Compromesso al rialzoNegoziato in un clima politico particolarmente difficile, caratterizzato da crescente xenofobia e nazionalismo, il Patto rappresenta il miglior compromesso possibile tra gli Stati dell’Onu. A partire dal rispetto dei diritti ...
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Ogni sogno che zampilla di energia non si ferma, e non si può fermare: né con i muri, né con i blocchi navali.
Mentre i notiziari italiani sono invasi dallo scontro verbale fra Matteo Salvini, il “capitano” della Lega, e Carola Rackete, la capitana della nave Sea Watch 3, i migranti continuano a sbarcare sulle coste italiane, anche a Lampedusa. Arrivano a centinaia, ma in piccoli gruppi, su imbarcazioni minute che eludono il blocco navale.
Un paradosso che farebbe sorridere, se non avesse tragici risvolti: la morte.
Sono migliaia le vittime: quelle senza nome né volto non turbano il sonno dell’umanità, ma quando una foto rivela i corpi ...
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