La spartizione dell’Africa e dei suoi popoli fra le potenze europee viene sancita nel 1885 dalla Conferenza di Berlino. Dopo la Seconda guerra mondiale, combattuta a fianco dei colonizzatori, tanti popoli del continente iniziano a reclamare l’indipendenza. Il primo Paese a ottenerla è il Sudan, la cui storia è profondamente segnata dallo schiavismo e dalla disputa per l’acqua del Nilo. IL CASO SUDANAlla fine dell’Ottocento la regione occidentale del Bahr el Ghazal (Sudan meridionale) era stata quasi spopolata dalle razzie di Zubeir Rahma Mansur, mercante di avorio e di schiavi arrivato nel 1856 dal Sudan settentrionale. Anche dopo il 1898, anno dell&rsq... leggi tutto
Ricordo il giorno del mio quinto compleanno: tra i regali c’era un bambolotto nero, che chiamai Simone. Passavo il tempo a coccolarlo, lavarlo e imboccarlo. Prezioso ricordo d’infanzia, segna inconsapevolmente un inizio. TUTTO INIZIA CON UN BAMBOLOTTO… E IL CATECHISMOCresco, e l’Africa appare nei racconti, riportati più o meno fedelmente dalle maestre di catechismo, di missionari e missionarie: figure strane e allo stesso tempo interessanti. Sono loro che vanno lontano per fare del bene, dove ci sono guerre, difficoltà e malattie; che vivono in case senza televisione e insegnano in scuole senza pareti; che curano bambini ammalati e li salvano; e sono a... leggi tutto
Queste pagine spaziano dal 1881, anno della morte di Daniele Comboni, all’indizione del Concilio Vaticano II (25 dicembre 1961), evento che ha profondamente trasformato la Chiesa cattolica nelle sue molteplici articolazioni, missione compresa. Sono 80 anni di storia segnati da due disastrose guerre mondiali e da profonde trasformazioni socio-politiche, economiche e culturali che attraversano tutti i continenti. A partire dagli anni Cinquanta, in Africa inizia il processo che porterà molti Paesi colonizzati dalle potenze europee a dichiarare la propria indipendenza. Anche le Pie Madri della Nigrizia vivono gli eventi del loro tempo, affrontando sfide che sembrano talvolta &ldqu... leggi tutto
Ai tempi della mia giovinezza andavo a scuola a Monza. Un giorno, appena salita sul tram, vedo una suora vestita di nero con 5 bottoni rossi: è suor Angelide Borgonovo, la prima suora comboniana che incontro nella mia vita. È tornata da poco dall’Uganda, dove è vissuta per più di 15 anni; con semplicità e gioia mi parla della sua esperienza missionaria. Mi colpisce e mi affascina quel che condivide della sua vita spesa nell’evangelizzazione, il catecumenato di adulti di diversi gruppi etnici che vivono in diverse zone del Paese. Con tanto impegno e fatica, ma anche con gioia, ha imparato 9 lingue locali per annunciare l’amore di Dio Padre ... leggi tutto
Per quasi 16 anni la Mahdia ha letteralmente cancellato la missione cattolica del Sudan e costretto l’istituto delle Pie Madri della Nigrizia, nato da appena 10 anni, a confrontarsi con un prolungato martirio. Una prova durissima, che però non lo ha schiacciato. Il “martirio” come “testimonianza di vita” ha continuato a costellarne l’esistenza, sia per il legame delle missionarie con i popoli che le accolgono, spesso oppressi da regimi dittatoriali o lacerati da conflitti armati, sia per la violenza dell’uomo sulla donna, che molte culture ancora avallano. «L’augurio che ci facciamo a vicenda è meditare su questa esperienza... leggi tutto
«L’esperienza che esse furono costrette a vivere durante tutto il periodo della loro prigionia risultò particolarmente difficile, dolorosa e non rare volte drammatica. Anzi, tale da rivelarsi senz’altro profondamente traumatizzante. E questo non soltanto perché erano straniere e cristiane, provenienti quindi da una cultura completamente diversa, ma soprattutto perché erano donne, e donne consacrate», sottolinea suor Maria Vidale dello Studium Madri Nigrizia. Dalla gioia al piantoIl 9 aprile 1882, domenica di Pasqua, è giorno di festa a El Obeid: la nubana Fortunata Quascè, ex-schiava educata a Verona presso l’Istituto Mazza, d... leggi tutto
La congregazione della Pie Madri della Nigrizia, oggi conosciute come Suore missionarie comboniane, fa i suoi primi passi il 1° gennaio del 1872. Il giorno prima, Maria Caspi aveva varcato la soglia della casa che Luigia Zago e Isabella Zadrich avevano in parte messo a disposizione a Montorio, un paese vicino a Verona, per preparare giovani «che seguano le tracce e adempiano le funzioni delle pie donne del Vangelo», come precisava Daniele Comboni in riferimento alle missionarie che lo avrebbero affiancato nell’Africa Centrale.Poco dopo giunge Maria Teresa Scandola, originaria della Lessinia, e con l’arrivo da Padova di Pia Galli, loro formatrice, il cammino cominc... leggi tutto
150 anni di vita chiedono di essere ascoltati perché hanno molto da offrire, soprattutto se attraversati da donne che hanno vissuto in società maschiliste dentro una Chiesa spiccatamente clericale. Il 2022, per noi Suore Missionarie Comboniane, ufficialmente Pie Madri della Nigrizia, segna il 150° dei primi passi.Sono inizi talmente discreti da non avere neppure una data ufficiale, ma ci piace associarli a quella risposta che giovani donne hanno dato all’appello appassionato di un missionario che, per esperienza diretta, aveva compreso il loro valore. Era Daniele Comboni, prete dell’Istituto Mazza di Verona, sopravvissuto a una spedizione missionaria in Sudan, a... leggi tutto
A Montorio, paese a pochi chilometri da Verona, Luigia Zago e Isabella Zadrich mettono a disposizione parte della loro abitazione per le «allieve missionarie» che, come ripeteva Comboni, «seguano le tracce e adempiano le funzioni delle pie donne del Vangelo, le “Pie Madri della Nigrizia”». Da Montorio a VeronaIl 31 dicembre 1871, una giovane veronese di 19 anni, Maria Caspi, bussa alla porta di quella casa. È accompagnata dallo stesso Comboni. Poco dopo arriva da Padova la formatrice, suor Pia Maria Galli, che sembra essere stata badessa benedettina, e il 17 gennaio anche Maria Teresa Scandola, originaria della Lessinia. Nei mesi successivi si aggi... leggi tutto
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CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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