«Bellezza ferita»: ho subito percepito la profonda verità di queste due parole fissate dai miei occhi lucidi. Lontani da quelle terre da oltre un anno e mezzo, hanno ripercorso con la memoria tante situazioni e tanti volti che, con estrema e sorprendente precisione, incarnavano quella sintesi poetica.
Scempio non solo ambientaleHo avuto la grazia di raggiungere il Brasile nell’agosto del 2011 e vi ho vissuto due esperienze di circa tre anni, in due distinte realtà amazzoniche: i primi anni in un contesto più rurale, Santo Antônio do Matupi, e gli ultimi a Porto Velho, capitale dello Stato di Rondônia.Quando penso alla «bellezza ferita...
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Negli anni Ottanta, molti vescovi di nuova nomina contrastano le Comunità ecclesiali di base (Ceb), ma noi comboniane continuiamo a impegnarci attivamente in esse, che rimangono il nostro modello di Chiesa. Nel 1995 iniziamo una presenza nella periferia di Fortaleza, capitale dello Stato di Ceará, nel Nord-est del Brasile, con progetti di educazione popolare per bambini e bambine, adolescenti e giovani. Si rafforzano anche la formazione biblica e la pastorale indigena e della terra. Negli anni Novanta crescono i movimenti sociali, le cooperative e le scuole agricole. Queste ultime, soprattutto in Rondônia, incoraggiano la gioventù contadina a coltivare la terra di ...
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Era il 1974: in Mozambico imperversava la guerra d’indipendenza e in Uganda la violenza di Idi Amin Dada. In entrambi i Paesi le tensioni facevano presagire possibili espulsioni di massa degli stranieri, missionarie e missionari compresi.Federica Bettari, allora madre generale delle comboniane, viene invitata dai vescovi dello Zambia; nel viaggio l’accompagna Barbara Mac Dermott, una delle sue consigliere.
In baraccopoliL’arcivescovo di Lusaka, Emmanuel Milingo, prospetta loro tre bisogni cui dare risposta, e la scelta privilegia un nuovo quartiere di Lusaka, stipato di gente affluita in modo caotico dalle zone rurali: la baraccopoli di New Kanyama. Vi si concentrano quasi...
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Israele
Dopo la Seconda guerra mondiale, la Gran Bretagna rinuncia al suo mandato sulla Palestina, che gli ebrei dispersi nel mondo reclamano come terra propria. Il 15 maggio1948 nasce lo Stato di Israele, ma la suddivisione fra territori arabi e israeliani rimane irrisolta. Ne derivano tensioni e scontri che sfociano in una scia di guerre: la “questione palestinese” diventa una drammatica voragine per tutta la regione. Quasi mezzo milione di palestinesi lasciano il Paese; la maggioranza trova rifugio in Libano, Giordania ed Egitto.Il 13 settembre 1993 viene firmato negli Usa uno storico accordo di pace fra il presidente israeliano Isaac Rabin e Yasser Arafat, capo dell’Or...
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Alda Agnese Zanchi, classe 1926, nel 1950 arriva via nave a Beirut (Libano) per raggiungere Amman (Giordania). Prosegue subito per Aleppo, in Siria, dove con altre quattro comboniane si prende cura di persone anziane e disabili in una piccola struttura dell’Ansmi. Nel 1959 subentrano le suore salesiane, e lei si trasferisce all’Ospedale Italiano di Amman, dove svolge il lavoro di infermiera fino al 1986. Vi ritorna nel 1992, dopo sei anni nella missione di Ader, nel sud della Giordania, e vi rimane fino al dicembre 2008, quando le missionarie comboniane passano le consegne alle suore domenicane.
Giuliana Gregori, classe 1932, arriva all’Ospedale italiano di Amman nel 1958 ...
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Il sogno di Daniele Comboni, “Salvare l’Africa con l’Africa”, si vive anche nel continente americano: da Esmeraldas a Carpuela, nel cuore della Valle del Chota, la popolazione deportata dall’Africa ha vissuto secoli di schiavitù e le missionarie comboniane hanno avuto la fortuna di condividerne un tratto di storia.Dal 1959, sulla costa ecuadoriana sono spuntate varie comunità di comboniane: dopo Esmeraldas, San Lorenzo e Limones nel 1963, Las Palmas nel 1965 e Muisne nel 1966. Santa María de los Cayapas nasce nel 1975 lungo il fiume omonimo; Rocafuerte nel 1976, e nel 1979 El Carmen, nella provincia di Manabí.
Dalla Costa alla Sierra...
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Le prime comboniane approdano a Nova Venécia, in Brasile, nel 1955. Dopo quattro anni, altre raggiungono l’Ecuador su invito dei missionari comboniani, incaricati dal Papa della Prefettura di Esmeraldas alla fine del 1954. La popolazione è in prevalenza afrodiscendente e padre Angelo Barbisotti ne diviene l’amministratore apostolico. Tre anni di contatto con la gente e la dura realtà della sua vita rivela urgente la presenza missionaria femminile.
Un vescovo tenaceNel settembre 1958 Angelo Barbisotti, nel frattempo diventato vescovo, arriva a Verona in Via Santa Maria in Organo: incontra madre Teresa Costalunga, appena eletta superiora generale delle comboni...
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Egregio signor presidente della Repubblica Sergio Mattarella,Egregio signor presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte,
siamo sorelle di alcuni monasteri di clarisse e carmelitane scalze, accomunate dall’unico desiderio di esprimere preoccupazione per il diffondersi in Italia di sentimenti di intolleranza, rifiuto e violenta discriminazione nei confronti dei migranti e rifugiati che cercano nelle nostre terre accoglienza e protezione. Non ci è stato possibile contattare tutte le fraternità monastiche esistenti sul territorio nazionale, ma sappiamo di essere in comunione con quante di loro condividono le stesse nostre preoccupazioni e il nostro stesso desiderio ...
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Era il 6 dicembre 1918 quando le prime Suore missionarie comboniane arrivarono a Gulu, nel Nord dell’Uganda. Erano partite in cinque da Khartoum, capitale del Sudan: Carla Troenzi e Camilla Uberti venivano da quella missione, mentre Amalia Lonardi, Rosalba Girlanda e Luigia Quaglia arrivavano dall’Egitto. I missionari comboniani presenti dal 1910 nella Perla dell’Africa – così è chiamata l'Uganda – avevano constatato che senza la presenza femminile raggiungere le famiglie locali era pressoché impossibile.
Accompagnate da padre Antonio Vignato, missionario comboniano in Uganda, le cinque pioniere avevano navigato sul Nilo fino a Rejaf, situa...
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Con le sue notizie regolari, quanto più imparziali possibile, Crn cerca di far capire cosa succede nel Paese e contrastare una propaganda velenosa. A differenza di altri mezzi, ha il grande vantaggio di trasmettere dal territorio, nelle lingue parlate dalla gente e di favorirne una reale partecipazione.
Fra continuità e cambiamentoDalla fine del 2013 la programmazione ha subito molti cambiamenti, sebbene la promozione delle comunità resti al centro. Priorità è data a programmi che possano favorire il processo di pace, attraverso educazione civica e momenti di scambio e confronto tra gruppi diversi. Ampio spazio è anche dedicato a informazioni di uti...
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