Monica Luparello è mia sorella. Già medico, ha deciso di dedicare la sua vita a Dio come suora missionaria: ha lasciato la sicurezza di un lavoro e la tranquillità economica che questo poteva garantirle per mettersi al servizio di popoli emarginati, in zone del mondo pericolose dove ogni agiatezza è preclusa. Da subito la sua scelta ha trovato il supporto incondizionato della famiglia, pur sapendo che rinunciare al contesto sociale ed economico in cui era vissuta non sarebbe stato facile. Lei, però, con tenacia e con l’aiuto di Dio, ci ha dimostrato che le difficoltà sono superabili e i traguardi raggiungibili. Negli anni ho visto in lei un c... leggi tutto
La congregazione della Pie Madri della Nigrizia, oggi conosciute come Suore missionarie comboniane, fa i suoi primi passi il 1° gennaio del 1872. Il giorno prima, Maria Caspi aveva varcato la soglia della casa che Luigia Zago e Isabella Zadrich avevano in parte messo a disposizione a Montorio, un paese vicino a Verona, per preparare giovani «che seguano le tracce e adempiano le funzioni delle pie donne del Vangelo», come precisava Daniele Comboni in riferimento alle missionarie che lo avrebbero affiancato nell’Africa Centrale.Poco dopo giunge Maria Teresa Scandola, originaria della Lessinia, e con l’arrivo da Padova di Pia Galli, loro formatrice, il cammino cominc... leggi tutto
A Montorio, paese a pochi chilometri da Verona, Luigia Zago e Isabella Zadrich mettono a disposizione parte della loro abitazione per le «allieve missionarie» che, come ripeteva Comboni, «seguano le tracce e adempiano le funzioni delle pie donne del Vangelo, le “Pie Madri della Nigrizia”». Da Montorio a VeronaIl 31 dicembre 1871, una giovane veronese di 19 anni, Maria Caspi, bussa alla porta di quella casa. È accompagnata dallo stesso Comboni. Poco dopo arriva da Padova la formatrice, suor Pia Maria Galli, che sembra essere stata badessa benedettina, e il 17 gennaio anche Maria Teresa Scandola, originaria della Lessinia. Nei mesi successivi si aggi... leggi tutto
Le prime missionarie comboniane arrivano a Morulem il 7 ottobre 1956. Sono Rosalucia Vinco, Innocenza Turrin e Fosca Rosa. Il loro impegno è per il catecumenato, la scuola femminile, la maternità e il centro di salute, che ben presto riceve centinaia di pazienti anche da villaggi vicini. La stessa scuola, iniziata da suor Innocenza con pochissime bambine, nel 1958 ne ha più di 60. Un giorno suor Rosalucia scopre casualmente un villaggio abbandonato, dove un lebbroso coperto di piaghe attende la morte. Si china per medicarlo; un capo locale la vede e aggiunge: «Voi suore vi prendete cura di molte persone, ma non delle più bisognose». Alcuni lebbrosi si ... leggi tutto
Kamala Devi è una ragazza indiana di Goeka Baria. Oggi guadagna 4mila rupie (60 euro) al mese come sarta e riesce anche a risparmiare qualche piccola somma per l’istruzione dei figli. «Prima dell’arrivo delle suore – dice – ci riconoscevamo tra di noi solo guardando i piedi, il bordo del sari, o il tono della voce. Oggi sorridiamo». Quando Kamala aveva 25 anni, le suore Missionarie serve dello Spirito Santo hanno avviato la missione di Goeka Baria, insegnando alle donne lavori, usi e abitudini corrette e che stanno rivoluzionando la vita a più di 8 tribù della zona. In tutto, circa 10mila tribali sono stati aiutati dalle religiose: ... leggi tutto
Nel 2017, arrivato alla pensione, ho ricordato un mio “debito”: due anni dei contributi pensionistici, così preziosi in questo periodo, erano stati versati a mio nome per le attività svolte negli anni Settanta con lo Svi. L’occasione di “sdebitarmi” è giunta con un pellegrinaggio a piedi tra Limone del Garda e Verona dove ho conosciuto le Suore missionarie comboniane, donne pratiche e impegnate a difendere i diritti umani.Con loro ho partecipato a un corso in preparazione di una possibile partenza “missionaria”, e così, dal novembre 2018 a metà gennaio 2019, ho vissuto per quasi tre mesi come volontario in Uganda, n... leggi tutto

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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