Il progetto Solidarity with South Sudan (Sss) deve molto alle comboniane. Nel 2004 suor Adele Brambilla, allora superiora generale, raccoglieva l’appello dei vescovi sudanesi e lo trasmetteva alla Uisg, che insieme alla Usg (il corrispettivo maschile della Uisg) ha aggregato oltre cento istituti religiosi, femminili e maschili, e messo le loro competenze, esperienze e risorse a servizio dei bisogni primari della popolazione (salute, educazione, cibo).Dal 2007 è un miracolo di collaborazione che porta i valori del Vangelo a donne e uomini duramente provati dalla guerra. Altro miracolo di collaborazione per promuovere l’educazione informale e la riconciliazione è il ... leggi tutto
Una sfida generativaVoglio cominciare dal perché ho scelto di partecipare a questa esperienza. Credo, infatti, che le risposte vere ai nostri perché ci smuovano nel profondo e ci mettano di fronte a quello che noi realmente siamo. Io ho partecipato perché volevo vivere un’esperienza forte che non ero riuscita, per vari motivi, a vivere gli anni passati. Nello scegliere il cosa, il quando e il dove mi sono sentita attratta dalle parole “stile” e “vita” che insieme rappresentano un impegno a lungo termine, ovvero un impegno per tutta la vita. E non è facile, soprattutto nella società “liquida” di oggi, prendere un im... leggi tutto
Aiutiamoli a casa loro… Ma noi comboniane ci siamo “a casa loro”. Viviamo in Africa da oltre 140 anni: con il nostro corpo e il nostro cuore, e tanta voglia di conoscere e capire. Ci siamo messe in ascolto, insieme a donne e uomini che amano l’Africa come noi: non le sue risorse da sfruttare, ma i suoi popoli da incontrare.Tante di noi sono nate là, perché sono africane, e offrono chiavi di lettura che rimangono invisibili a occhi esterni. Per questo siamo indignate dal persistente silenzio che avvolge l’Africa, vicina di casa dell’Italia, eppure così scandalosamente ignorata dai media, al punto che il fiume di persone riversato su... leggi tutto
Perché l’Europa rifiuta di aprire gli occhi? È possibile che non ci siano politiche migratorie intelligenti per gestire la mobilità umana in modo sano e lungimirante, per chi accoglie e chi riceve accoglienza? Una fila chilometrica di giovani scorreva davanti all’ambasciata Usa di Nairobi, in Kenya. Era la fine del secolo scorso, e quel Paese era ancora “povero”. Un’altra fila, seppur più contenuta, guidava all’ambasciata dell’Australia e del Regno Unito. Tanti e tante giovani, con il futuro negli occhi, attendevano con pazienza la “carta verde”, quel prezioso documento che apriva le porte di altri Paesi, fo... leggi tutto
Si dice che l’Italia non sia un Paese per giovani, ma forse, all’interno dell’Unione Europea, lo può divenire. Sebbene i giorni che introducono ai sessant’anni dei Trattati di Roma siano pervasi da affermazioni che lasciano perplesse, le espressioni di fiducia non mancano. Oltre ai muri e alle barricate, anche mentali, che qualche rappresentante dei governi dell’Unione erige, fra cui l’infelice gaffe del presidente Eurogruppo Dijsselbloem, ministro delle Finanze dell’Olanda, e oltre i dati scoraggianti della Fondazione Bruno Visentini sulla situazione dei giovani in Italia ci sono anche note positive. In Italia provengono dai genitori e dai... leggi tutto
Non è un invito a fermare il dibattito sull’immigrazione: il fenomeno è così di vasta portata che merita un dialogo serio e ponderato; ma che esso si svolga nel rispetto e senza ricorso alla violenza. La storia ci insegna che là dove il dialogo rispettoso è stato sopraffatto dalla violenza ne sono nati drammi che hanno segnato di sofferenza e morte la vita delle persone. Per questo è importante che questo documento, già sottoscritto da 113 enti tra associazioni, gruppi e singole persone, venga ulteriormente divulgato: per dar prova che un determinato linguaggio, un atteggiamento aggressivo e certi comportamenti violenti non rappresentano... leggi tutto
La nostra identità non si appiattisce sul consumo: ridurre a merce ciò che accompagna e sostiene la vita quotidiana non sazia la ricerca di felicità. Il “desiderio di desiderare” è alienante: «Abbiamo tutto – diceva Bauman sulla solitudine. - Abbiamo tutto quello che ci serve per evitare la fame, la miseria, la povertà, ma una cosa che non abbiamo, una cosa che non ci può essere fornita dallo Stato, dai politici che stanno in alto: è lo stare insieme agli altri, stare con altre persone, far parte di un gruppo. Di questo ti devi occupare tu. Le persone che sono abituate ad essere indipendenti stanno perdendo la ca... leggi tutto

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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