Venerdì, 28 Gennaio 2022 12:16

Enigma idrogeno: passi da fare

Sono sempre stata molto legata alla cura dell’ambiente e degli animali. Dall’infanzia, vivere nel verde mi ha attirato in modo particolare, così per scegliere “cosa fare da grande” mi sono orientata alla tecnologia, convinta che un percorso scientifico-tecnologico potesse contribuire a preservare l’ambiente.

La percezione diffusa è che l’evoluzione tecnologica inquini. Oggi, però, chi rinuncerebbe al cellulare, alla lavatrice e ad un moderno mezzo di trasporto?
Ritengo che la tecnologia, se sviluppata e usata adeguatamente, possa limitare l’impatto ambientale connesso alle condizioni di vita raggiunte. Con tali premesse ho intrapreso un percorso da ingegnere chimico.

Percorso inatteso
Al termine degli studi, la prima offerta di lavoro mi è giunta da un ambito altamente inquinante: una raffineria. Dal 1995 all’inizio di questo secolo ho lavorato alla produzione di benzine e combustibili, usando l’idrogeno nel processo di trattamento del greggio. La competenza acquisita in raffineria mi ha però permesso di applicarla in ambiti più affini alle mie inclinazioni: la decarbonizzazione attraverso l’idrogeno.

Al 2002 risale la pubblicazione di Jeremy Rifkin Economia dell’idrogeno, che coincide con la prima ondata di attenzione a questo elemento. Così ho lasciato l’impresa privata che operava nel settore petrolchimico e sono passata a “ricerca e sviluppo” in Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
Le celle a combustibile sono una delle tecnologie chiave su cui sto lavorando per usare l’idrogeno come fonte energetica rinnovabile e non inquinante.

La sfida “energia”
Ritengo che Cop26 abbia preso atto della sfida della transizione energetica: realizzarla entro il 2050 è decisamente impegnativo. Anche garantire la decarbonizzazione dell’economia europea entro il 2030 non è scontato.
Circa i due terzi delle emissioni di gas a effetto serra a livello globale sono connessi all’uso di combustibili fossili a scopo energetico per elettricità, riscaldamento, trasporto e industria. In primo luogo, per decarbonizzare è necessario modificare il modo in cui si produce e si consuma l’energia. Decarbonizzare il sistema energetico non è semplice. Bisogna agire su materie prime, produzione, trasporto, distribuzione, sino agli usi finali, intervenendo in diversi settori: economico, fiscale, normativo, autorizzativo, regolatorio, tecnologico, sociale, ecc.

Investire nella transizione energetica significa in primo luogo potenziare le fonti di energia rinnovabile e aumentare l’efficienza energetica nell’edilizia residenziale e nei processi produttivi.
La transizione alle fonti rinnovabili dovrà essere accompagnata da una profonda elettrificazione degli usi finali, in particolare nel settore civile e nei trasporti, e dalla produzione di idrogeno per la decarbonizzazione più complessa, come nelle industrie altamente energivore e i trasporti pesanti dove è difficile o non conveniente l’uso diretto dell’energia elettrica.

Per il settore elettrico nazionale il Green Deal prevede 100 miliardi di euro di nuovi investimenti, che si ripagheranno in 5 anni considerando i benefici economici in termini di valore aggiunto: 50 megatonnellate di emissioni di CO2 evitate e creazione di 90.000 nuovi posti di lavoro.
L’utilizzo massivo e capillare delle fonti di energia rinnovabile presenta, oltre a ricadute ambientali positive, anche vantaggi economici: la stima di Elettricità Futura prevede che, grazie al maggiore apporto delle rinnovabili, il costo complessivo dell’energia elettrica si ridurrà, a parità di costo del gas, di circa 3,2 miliardi di euro al 2030 e di 8,6 miliardi di euro al 2032.

Alcune criticità
Secondo le strategie europee e nazionali, entro il 2030 l’Italia intende ridurre le emissioni di gas serra del 51% rispetto ai livelli del 1990, coprendo con fonti rinnovabili il 40% del consumo finale lordo di energia. Tale quota sarà pari a circa il 70% nel settore elettrico e si traduce in 60 GW di nuova potenza rinnovabile da installare entro il 2030, di cui 43 GW di fotovoltaico. Oltre al fotovoltaico ci saranno l’eolico, l’idroelettrico, il geotermoelettrico e le biomasse.

Tra le energie rinnovabili, quella solare e quella eolica sono disponibili pressoché ovunque, mentre le turbine idroelettriche e geotermiche sono condizionate dalla morfologia del territorio e le biomasse sono vincolate alla disponibilità di prodotti organici residuali. Poiché la CO2 emessa in atmosfera dal loro utilizzo verrebbe comunque generata dagli stessi processi biologici, le biomasse rappresentano un’energia rinnovabile a impatto nullo e, rispetto ad altre fonti rinnovabili intermittenti, sono anche più programmabili.
Installare pale eoliche e campi fotovoltaici richiede disponibilità di spazi e azioni finalizzate alla accettabilità sociale e alla semplificazione delle autorizzazioni.

Prospettive possibili
Finora, la media annua di nuova potenza generata da impianti eolici o fotovoltaici è stata intorno a 0,7 GW: pur considerando gli incentivi del Pnrr, riuscire a decuplicare ogni anno la potenza “verde” prodotta è decisamente ambizioso, per questo si considerano anche altre fonti sinora non sfruttate: l’eolico in mare (offshore), il solare termico a concentrazione e l’energia marina.

Per valorizzare ulteriormente gli impatti positivi derivanti dall’applicazione delle tecnologie fotovoltaiche in altri contesti, quali ad esempio le filiere agricole, si ricorre all’agrovoltaico: i pannelli solari sono posti ad altezza tale da proteggere le colture dalla grandine e dal vento senza ostacolare il passaggio di macchine agricole.
L’energia sostenibile, accessibile e sicura costituisce il paradigma di sviluppo dei sistemi energetici futuri. Elettrificazione dei consumi energetici con un utilizzo diffuso e distribuito delle fonti rinnovabili, sviluppo delle Smart Grid, ossia reti elettriche “intelligenti”, e ricorso alla digitalizzazione sono fondamentali per favorire il processo di transizione energetica.
Elettrificazione dei consumi energetici con un utilizzo diffuso e distribuito delle fonti rinnovabili e meccanismi di integrazione “intelligente” nelle reti elettriche sono fondamentali per realizzarlo: un connubio tra fonti rinnovabili e Smart Grid è implicito negli obiettivi energetici nazionali ed europei. Comunque, il crescente fabbisogno di energia esige di esplorare anche altre fonti rinnovabili e non climalteranti.

Continua...

Last modified on Venerdì, 28 Gennaio 2022 21:10

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

Leggi Tutto

Instagram

YOUTUBE

All for Joomla All for Webmasters
Utilizziamo i cookies per facilitare una migliore esperienza sul nostro sito. Se continui la navigazione riteniamo confermato il tuo assenso. Clicca qui per sapere di più sulla policy.