Martedì, 08 Novembre 2022 13:21

Il sorriso di Francesco

Il 22 ottobre, vigilia della Giornata missionaria mondiale, le partecipanti al Capitolo raggiungono Roma per un incontro con papa Francesco.

La Sala Clementina accoglie al contempo due stili diversi di vita religiosa: le suore di Santa Brigida, silenziose nell’uniformità del loro abito, e le Suore missionarie comboniane, accomunate solo dal crocifisso che portano al collo. Tutte, però, all’unisono e fuori protocollo, non appena il Papa entra intonano il ritornello del canto spagnolo Alma misionera (Anima missionaria), e subito il volto stanco di Francesco si illumina in un sorriso.

Prossimità e tenerezza
Segue il discorso delle neo-elette superiore generali, altrettanto diverso nello stile. Suor Anne Marie Quigg condivide, con semplicità e concretezza, quanto emerso dal Capitolo. E ancora una volta il Papa sorride.

Poi risponde a entrambe leggendo il suo messaggio, e ogni tanto lo integra improvvisando qualche sottolineatura o qualche aggiunta. Alle Comboniane dice: «Vi proponete di trovare strade nuove di evangelizzazione e di prossimità. Prossimità! Questa è una parola-chiave, perché è lo stile di Dio…Prossimità, misericordia e tenerezza. Voi date vita alla missione!». «Imitando la compassione e la tenerezza del vostro Fondatore – continua il Papa –, saprete porvi al servizio delle vittime delle schiavitù moderne, che come piaghe sociali continuano purtroppo ad essere presenti su larga scala, in tutto il mondo. Esse schiavizzano nella prostituzione, nella tratta delle persone, nel lavoro forzato, nella vendita di organi, nel consumo di droga, nel lavoro dei bambini vergognosamente sfruttati, nei migranti vittime di interessi nascosti. Voi siete lì. Non si supera il problema di queste schiavitù senza eliminarne le cause più profonde. Grazie; grazie per quello che fate».

Gratitudine e affetto
«Grazie!» è parola ripetuta nei brevi scambi personali con le missionarie. Ad Anne Marie Quigg stringe la mano e aggiunge: «Voi siete meravigliose! Grazie! Grazie per quello che fate».

Si intrattiene con Maria Martinelli e Lily Grace Akumu Lam, delegate della Circoscrizione del Sud Sudan, che lo omaggiano con un bastone di ebano, che per i popoli di quel Paese è simbolo di autorevolezza. Un grazie risponde anche al dono di Ida Colombo: il libro su Fortunata Quascè, bambina sudanese liberata dalla schiavitù che nel 1882 diventa la prima suora comboniana africana.

Ogni comboniana gli rivolge una parola o gli lascia un piccolo dono, e lui ringrazia con un sorriso, perché in Sala Clementina le missionarie portano le realtà e i popoli in mezzo ai quali vivono. A Luigia Coccia, giunta al termine del suo mandato, rivolge un saluto molto cordiale.

Tante interazioni personali, affettuose e informali, sono coronate dalla foto di gruppo prevista dal protocollo, ma il trillo africano delle Comboniane che salutano il Papa che esce zoppicando dalla sala è di nuovo fuori protocollo.

Francesco si ferma, si volge verso di loro e le saluta ancora una volta con un grande sorriso e un luminoso: «Grazie!».

Last modified on Giovedì, 24 Novembre 2022 22:04

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Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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