Afghanistan: a fianco delle ragazze Shamsia Hassani
Lunedì, 18 Ottobre 2021 07:32

Afghanistan: a fianco delle ragazze

Il 14 ottobre la Bbc comunica che un centinaio di giocatori di calcio afghani, tra cui 20 giocatrici, grazie alla Fifa hanno raggiunto il Qatar. Adesso sono libere e potranno continuare a giocare.

Ma a Kabul una giovane di 17 piange: non può più andare a scuola. La famiglia aveva investito tanto su di lei, perché era molto dotata e studiava con passione. Il fratello continua il suo percorso educativo, lei no, come altri milioni di ragazze è, “sepolta” in casa. Dal ritorno dei talebani, alle bambine è permesso frequentare le scuole elementari, ma non più le superiori e l’università.

Dicono che nella città di Mazar-i-Sharif il divieto non sussiste, ma è la paura che la fa da padrone: ogni donna, anche giovanissima, viene picchiata se trovata in strada senza un tutore maschio. E allora è meglio non uscire.

Questa è la situazione di tutte le donne afghane che prima studiavano e lavoravano: sono milioni, “sepolte” in casa, eccetto quelle che operano nei presidi medico-sanitari e pochissime altre.

Malala Yousafzai, premio Nobel per la pace 2014, insieme alle attiviste afghane Zarqa Yaftali, Shaharzad Akbar, ha lanciato un appello ai leader delle nazioni del G20: «Dibattere sull'importanza dell'istruzione non basta. Usate la vostra Dichiarazione per chiedere ai talebani di consentire alle ragazze di andare a scuola, e stanziate finanziamenti urgenti a sostegno di un piano educativo coordinato per sostenere tutte le bambine e i bambini afgani».

L’appello può essere sottoscritto su avaaz, e chissà che non renda Malala Yousafzai, Zarqa Yaftali e Sharharzad Akbar più “potenti” della Fifa.

Last modified on Lunedì, 25 Ottobre 2021 08:36

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