Lunedì, 09 Ottobre 2017 06:30

Il Nobel al disarmo parla anche al femminile

Una decisione molto attuale dal punto di vista politico e della parità, per dare rilievo a voci importanti talvolta poco rappresentate.

Lo scorso 6 ottobre la Campagna Internazionale per il bando delle armi nucleari (Ican) ha vinto il Premio Nobel per la Pace 2017. Un avvenimento che ha rispettato le previsioni dovute alla crisi nordcoreana in corso e al braccio di ferro fra Teheran e Washington sul trattato sul nucleare iraniano.

In un periodo in cui il pericolo nucleare è sempre in agguato, la possibilità che intere nazioni possano essere distrutte in pochi minuti è reale e presente. Soprattutto quando una delle più grandi potenze si rifiuta di accettare la possibilità del disarmo.

Per questo risulta ancora più importante la scelta di premiare tutte le organizzazioni che aderiscono alla campagna Ican. Perché si genera una responsabilità che comprende gli attivisti e le attiviste di tutto il mondo. Sono donne e uomini che costituiscono un movimento globale della società civile, raggruppati in oltre 200 associazioni in 60 Paesi. Tra queste, molte sono voci di movimenti femminili, come la Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà, l’Iniziativa delle donne premio Nobel e Iansa Women Network.

Nella guerra al nucleare, infatti, le donne soffrono almeno quanto gli uomini. Ma tendono ad essere sottorappresentate in settori rilevanti come ad esempio le politiche di alto livello, la diplomazia, gli affari militari, la scienza e la tecnologia.

Eppure le qualificazioni non mancano… nell’impegno per il disarmo spiccano donne preparate e capaci come Salma Malik, docente dell'Università Quaid-i-Azam a Islamabad, Pakistan, dove si specializza in conflitti, sociologia militare, affari asiatici, sicurezza umana e disarmo. Numerose le sue pubblicazioni sui conflitti nel sud est asiatico e in Pakistan.

Oppure Polina Sinovets, professoressa al dipartimento di relazioni internazionali di Odessa, Ucraina e ricercatrice per l'Istituto Nazionale per gli studi strategici dell'Ucraina. Ha pubblicato diverse dozzine di articoli sulla deterrenza nucleare, sul disarmo, sulla difesa missilistica e sulla non proliferazione delle armi. E ancora Reshmi Kazi, che collabora con l'Istituto per gli studi e le analisi di difesa a Nuova Delhi. È specializzata nella sicurezza nucleare, nella non proliferazione e nel disarmo e autrice della monografia Terrorismo Nucleare: Il Nuovo Terrore del XXI secolo oltre a comparire come firma del sito web del Stimson, un centro di ricerca che lavora per risolvere le maggiori minacce al mondo per la sicurezza e la prosperità.

Voci che si sentono poco, in un argomento ad oggi considerato ancora maschile. Voci, però, che potrebbero fare la differenza nella società di tutti.

Last modified on Lunedì, 09 Ottobre 2017 06:47

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