Lunedì, 04 Dicembre 2017 19:38

Fra Svedesi e Pigmei

Per aver sviluppato dagli anni Settanta politiche molto favorevoli alla famiglia, i Paesi scandinavi sono portati come esempio di società attente alle persone e all’ambiente. Ma anche altri popoli, seppur meno noti, sono permeati da culture orientate alla cura.

In Svezia la parità di genere è valorizzata da anni e molte donne ricoprono cariche importanti, anche in ambito politico. Dal 1970, il programma Early childhood education and care ha dato priorità alla cura ed educazione dell’infanzia. Le politiche familiari permettono a entrambi i genitori di dedicare tempo e attenzione ai piccoli da 1 a 6 anni, senza dover rinunciare allo studio o al lavoro. Da 6 a 12 anni, ovvero in coincidenza dell’età scolare, sono attivi interventi mirati a sviluppare le potenzialità dei bambini e delle bambine. Attraverso politiche pubbliche di assistenza all’infanzia, che lasciano anche libera iniziativa a cooperative di genitori, il benessere delle famiglie è aumentato, con effetti positivi per tutta la società.

La Svezia ha anche adottato approcci industriali eco-compatibili e vietato la pubblicità commerciale per i bambini, al fine di arginare il dilagare della mentalità consumistica che affligge i Paesi industrializzati.

La società svedese è orientata alla cura delle persone e dell’ambiente, ma ci sono anche altri popoli, marginali e spesso etichettati come “primitivi”, che offrono esempi altrettanto degni di nota.

Fra questi, i pigmei Bambuti della foresta dell’Ituri, nella Repubblica democratica del Congo. La loro società è fondata sulla famiglia monogamica, in cui la donna ha gli stessi diritti dell’uomo e le decisioni sono prese insieme. La selezione del luogo dove costruire le capanne spetta alle donne, mentre il lavoro di costruzione viene condiviso, con specializzazioni diverse, fra uomini e donne.
Dalla nascita ai 6 anni, la cura e l’educazione della prole, attraverso il gioco e il lavoro, è assunta da entrambi i genitori. Poi, nel processo di socializzazione, le figlie accompagnano le mamme nello svolgimento delle loro attività e i figli i rispettivi papà.

Tra i pigmei non esiste proprietà privata e ogni famiglia vive del frutto del proprio lavoro, spesso svolto insieme. La caccia comunitaria è condivisa da tutto il villaggio, generalmente costituito da una decina di famiglie. Vi partecipano anche i neonati, portati sulla schiena dalle mamme e dai papà. La battuta viene circoscritta alla propria zona di caccia, che comunque non è considerata “proprietà privata”, perché solo Dio-Creatore possiede la terra. Inoltre la caccia non deve mai generare spreco di cibo, perché lo sperpero è un affronto a Dio.

Loredana Dalla Libera, suora missionaria comboniana, ha vissuto per tre anni con i pigmei Bambuti di Mungbere: «Accompagnavo le mamme in vari percorsi di formazione umana. Per raggiungerle mi spostavo in moto tra i vari accampamenti. Accolta con rispetto e amicizia vera, limpida, ho imparato molto da loro. In particolare la generosità e la premura per i tuoi bisogni. I loro ritmi richiamano l’attenzione dell’attimo che non fugge mai. Per loro la danza è un momento privilegiato di incontro e di comunione: arrivano anche da villaggi lontani per danzare insieme. Sono persone libere dalla fretta e meno schiave di noi per quanto riguarda il consumo».

Last modified on Lunedì, 04 Dicembre 2017 20:01

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