Martedì, 06 Marzo 2018 10:23

No all’esercitazione Nato Dynamic Manta

Per un Mediterraneo e una Sicilia di pace e accoglienza, stop al transito di navi e sottomarini nucleari nei porti italiani

Dal 5 al 16 marzo, a largo delle coste della Sicilia orientale, va in scena Dynamic Manta, l’annuale mega-esercitazione aeronavale che vede protagoniste le forze armate di una decina di Paesi aderenti al Patto Atlantico (Nato). La notizia è stata diramata, il 29 gennaio scorso, dal Quartier generale supremo delle potenze alleate (SHAPE), con sede a Mons in Belgio, che ha reso noto il calendario delle – 43 – esercitazioni Nato in Europa programmate per il 2018.

Dynamic Manta è la principale esercitazione multilaterale alla guerra marittima svolta dalla Nato nel Mediterraneo, gemella della Dynamic Mongoose che si tiene nelle acque dell’Atlantico del Nord, nonché riedizione aggiornata delle precedenti serie di war games denominati Noble Manta e Proud Manta. A parteciparvi saranno 10 paesi alleati, tra cui Italia, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Spagna, Grecia, Germania e Turchia (principale responsabile del massacro del popolo curdo), sotto la regia del Comando Marittimo Alleato (Marcom) di Northwood, a nord-ovest di Londra.

Come ogni anno, la base navale di Augusta e la stazione aerea di Sigonella, col supporto logistico del porto di Catania, saranno utilizzate per le operazioni addestrative che impiegheranno circa 5 mila militari e una trentina di mezzi, tra pattugliatori, elicotteri, unità navali di superficie e sottomarini sia convenzionali che a capacità e propulsione nucleare. All’edizione 2017, come si ricorderà, tra i mezzi navali statunitensi, ad affiancare il sottomarino New Mexico vi era la cacciatorpediniere Uss Porter che, pochi giorni dopo – il 6 aprile -, insieme alla Uss Ross sferrò dal Mediterraneo Orientale un attacco missilistico ai danni della base aerea di Al-Shayrat, in Siria.

Così, mentre per i migranti dal Nord Africa il Mar Mediterraneo è frontiera da varcare (con decine di migliaia di morti) per sfuggire da conflitti armati e miseria, gli eserciti della Nato trasformano questo stesso spazio marino e l’intera Isola in un laboratorio di guerra permanente, in violazione del ripudio della guerra sancito dall’art. 11 della Costituzione italiana e del principio dell’uso pacifico dell’alto mare affermato nel diritto internazionale dall’art. 88 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982.

Anche per quest’anno, le complesse manovre militari di Dynamic Manta si svolgeranno in assenza di un piano prefettizio di emergenza nucleare esterna, aggiornato ed esteso al pubblico, così come impone dal 1995 la legislazione nazionale di recepimento delle direttive europee in materia di radioprotezione. Una grave omissione che solleva pesanti incognite sul rischio radiologico a cui sono periodicamente esposte le ignare popolazioni costiere del Siracusano e della restante fascia ionica.

Quale unica novità si segnala l’iniziativa dei Comuni di Priolo, Augusta, Melilli e Siracusa che – su direttiva della Prefettura aretusea – tra l’estate e l’autunno scorsi, hanno predisposto dei piani particolareggiati di emergenza nucleare che, eccetto il Comune di Siracusa, sono stati pubblicati con apposite delibere di giunta. Un’iniziativa che desta notevoli perplessità, in quanto i piani particolareggiati di emergenza – in base alla procedura indicata dal D.P.C.M. 10 febbraio 2006 – dovrebbero seguire, e non anticipare, la predisposizione della parte generale e dei lineamenti della pianificazione che compongono il piano d’emergenza di competenza prefettizia. E ciò perché sono i prefetti, non i comuni, gli enti in possesso dei presupposti tecnici del piano, contenuti in un Rapporto Tecnico redatto dalla Marina militare, soggetto a classifica di segretezza e accompagnato da una Relazione critica riassuntiva dell’Istituto di protezione ambientale (ISPRA) del Ministero dell’Ambiente.

Su questa vicenda sono in corso le indagini della Procura di Siracusa, aperte a seguito dell’esposto dei No Muos e di Peacelink depositato nel maggio dello scorso anno, mentre nessuna informazione trapela ancora dalla Prefettura aretusea, circa lo stato di avanzamento della pianificazione d’emergenza. Quest’ultima avrebbe lo scopo di garantire specifiche condizioni di sicurezza delle popolazioni limitrofe all’area portuale di Augusta, preparando un’adeguata risposta di protezione civile per l’ipotesi d’incidente che abbia a coinvolgere una nave militare alimentata da reattori atomici.

Per queste ragioni, in vista dell’imminente esercitazione Nato, chiediamo ancora una volta alla Prefettura di Siracusa e alle competenti autorità marittime di vietare l’accesso e la sosta di unità navali a propulsione nucleare nelle acque territoriali e nel porto di Augusta, quale necessaria misura di prevenzione a tutela delle popolazioni costiere e dall’ambiente, non essendo stato ad oggi predisposto alcun piano per far fronte a un’eventuale emergenza radiologica.

Invitiamo i Sindaci e i Consiglieri Comunali di Augusta, Priolo, Melilli e Siracusa a sostenere e far loro quest’istanza, cominciando col richiedere l’immediata convocazione di consigli comunali straordinari, affinché la cittadinanza possa essere adeguatamente informata su questa problematica che interessa il diritto alla salute e alla sicurezza collettive.

Per dare voce alla nostra istanza e manifestare la nostra contrarietà all’utilizzo del Mar Mediterraneo e della Sicilia come laboratori di guerra, convochiamo per venerdì 9 marzo alle ore 10 un presidio davanti alla Prefettura di Siracusa, a cui seguirà un’assemblea pubblica d’informazione rivolta alla cittadinanza ad Augusta, presso Palazzo San Biagio, alle ore 17:30.

Last modified on Martedì, 06 Marzo 2018 19:54

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