Per venire incontro a chi ha qualche anno di più e alle famiglie giovani, quest’anno abbiamo fatto un campo base per spostarci a raggio da Frerola, nella val Serina, da una casa di montagna che offre 45 posti letto e l’uso cucina. Siamo trenta pellegrini tra bresciani, bergamaschi, comaschi, veronesi e milanesi.
La presenza di cinque piccoli abbassa di molto l’età media, di solito tra i 60/70 anni. Sono i tre di Flavia e Giacomo e i due di Cristina e Valerio, che nel 2017 avevano partecipato al Cammino come coppia di fidanzati. Nel frattempo si sono sposati, e arrivano in quattro!
Grandi assenti, suor Carmela e suor Marina, che comunque accompagnano i nostri passi con le preghiere da loro preparate, e a nome delle Comboniane c’è suor Maria Rota, che ci affianca “in punta di piedi”.
I nostri efficientissimi Walter ed Elena ci regalano quattro giorni sorprendenti. Da infaticabili bergamaschi, ci introducono a quel territorio montano di piccole o piccolissime borgate, santuari e luoghi di apparizione di cui la regione è ricca. Al mattino le nuvole basse nascondono tutto, ma appena si alzavano svelavano la vita della montagna. Anche la chiesetta della Peta, decorata di recente dall’artista Arcabas: un sobrio gioiello tra i monti.
Abbiamo conosciuto parroci d’eccellenza e laici molto preparati che ci hanno accompagnato nelle visite guidate. Quanta passione e calore nelle loro parole, quanta storia sconosciuta dei bergamaschi di queste borgate che all’epoca delle città marinare emigravano a Genova per lavorare al porto, molto richiesti perché sapevano leggere, scrivere e far di conto, come ci raccontava il Rettore del Santuario del Perello.
Venivano tutti da questa zona e si erano costituiti in una confraternita che durò ben 500 anni. I genovesi volevano solo loro. Ma anche i veneziani volevano i bergamaschi.
Storie di immigrazione che ti fanno riflettere sulla natura dell’essere umano.
Le antiche tracce della via Mercatorum che abbiamo percorso testimoniano l’attività commerciale tra la Repubblica Veneta e il nord Europa passando dalla val Serina.
Qualcosa di queste storie è rimasto in sospeso: un buon motivo per ritornare!
Brescia e Bergamo, quest’anno capitali della cultura, si incontrano in queste vallate. Scopriamo un territorio duro e faticoso, l’immigrazione del passato, il lavoro lontano da casa, la pena del distacco, una bravura di eccellenza che giustamente “viene riconosciuta” e, nella commozione che ne consegue, finalmente si abbassano i toni dell’antica rivalità... e le due "città sorelle" si abbracciano.