Giovedì, 08 Febbraio 2018 15:17

Un fenomeno cruciale

Ieri, 8 febbraio 2018, era la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di esseri umani. Il tema è “Migrazione senza tratta”. E proprio ieri presso l'Istituto Sturzo a Roma è stata presentata una proposta per gestire la questione migratoria con progettualità: un modo concreto per dissolvere la tratta.

L’appello, lanciato nel pieno della campagna elettorale, è stato sottoscritto da una molteplicità di associazioni, organizzazioni e testate missionarie, inclusa Combonifem. Ne riportiamo in parte il testo.

La questione delle migrazioni sembra essere diventata un banco di prova importante delle politiche europee e nazionali.

In tale contesto il fenomeno migratorio è cruciale per il futuro dell’Italia e occupa spazi sempre più rilevanti all’interno del dibattito pubblico, e lo sarà ancor di più in vista delle scadenze elettorali. Per questo, riteniamo fondamentale creare occasioni di confronto schiette e costruttive, grazie alle quali gli schieramenti politici che si candidano a governare il Paese possano prendere impegni chiari e precisi nei confronti dell’opinione pubblica.
In quest’ottica, Il presupposto è quello di uscire dalla logica emergenziale per ripensare il fenomeno migratorio con progettualità.

La campagna “Ero straniero - L’umanità che fa bene”, lanciata in aprile 2017 per cambiare la legge Bossi-Fini e conclusasi a ottobre con oltre 90mila firme raccolte, ha confermato che esiste una forte domanda di informazione, di senso e di risposte concrete.

Per una nuova agenda sulle migrazioni in Italia

1) Riforma della legge sulla cittadinanza
Da troppi anni il nostro Paese non adegua la sua legislazione sull’acquisizione della cittadinanza al mutato contesto sociale e troppi cittadini di fatto non sono riconosciuti tali dall’ordinamento. Varare un provvedimento che sani queste contraddizioni non è più rimandabile.

2) Nuove modalità di ingresso in Italia
serve un nuovo quadro giuridico per accogliere quanti arrivano nel nostro paese senza costringerli a chiedere asilo. A fronte di flussi migratori che gli esperti definiscono sempre più come misti, creare una divisione politica tra richiedenti asilo e “migranti economici” è difficile, anacronistico e inefficace. Bisogna andare oltre. Chiediamo una rapida riattivazione dei canali ordinari di ingresso che ormai da anni sono pressoché completamente chiusi, con l’inevitabile conseguenza di favorire gli ingressi e la permanenza irregolari. Per entrare in Italia secondo la legge servono modalità più flessibili e decisamente più efficienti, a cominciare da un immediato ritorno del decreto flussi, per arrivare fino a proposte più ampie e organiche di modifica del testo unico sull’immigrazione: permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione, attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari e reintroduzione del sistema dello sponsor (sistema a chiamata diretta).

3) Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”
Gli stranieri irregolari, seguendo i modelli di Spagna e Germania, dovrebbero avere la possibilità di essere regolarizzati su base individuale, qualora dimostrino di avere un lavoro, di avere legami familiari comprovati oppure di non avere più relazioni col paese d’origine. Si tratterebbe di un permesso di soggiorno per comprovata integrazione, rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già previste per il “permesso attesa occupazione”. Infine, il permesso di soggiorno per richiesta asilo si potrebbe trasformare in permesso di soggiorno per comprovata integrazione anche nel caso del richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso fruttuoso di formazione e di integrazione.

4) Abrogazione del reato di clandestinità
Il reato di immigrazione clandestina, che è ingiusto, inefficace e controproducente, è ancora in vigore: va cancellato al più presto, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.

5) Ampliamento della rete Sprar
Lo squilibrio a favore dei Cas, i Centri di Accoglienza Straordinaria, è ancora troppo forte e a risentirne è la qualità dell’accoglienza. L’obiettivo deve essere riunificare nello SPRAR l’intero sistema, che deve tornare sotto un effettivo controllo pubblico, che deve prevedere l’inserimento dell’accoglienza tra le ordinarie funzioni amministrative degli enti locali e che deve aumentare in maniera sostanziale e rapida il numero di posti totali.

6) Valorizzazione e diffusione delle buone pratiche
Siamo ormai da tempo sommersi da casi di cattiva accoglienza. Esistono, sono purtroppo numerosi e non bisogna mai smettere di denunciarli con forza e rapidità, senza il minimo timore. C’è però anche un’altra faccia dell’accoglienza dei migranti, meno esposta e ben più positiva. Va raccontata il più possibile, proprio attraverso un osservatorio capace di individuare e diffondere le buone pratiche, affinché vengano il più possibile replicate.

7) Effettiva partecipazione alla vita democratica
Si prevede l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.

Dall'8 febbraio sarà possibile sottoscrivere il documento inviando una e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Acli, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS Onlus), Associazione Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica, Centro Astalli, Centro Missionario Francescano Onlus (Ordine dei Frati Minori Conventuali), CNCA, Comboniani, Comunità Sant'Egidio, Conferenza Istituti Missionari Italiani, Federazione Salesiani per il Sociale, Fondazione Casa della carità, Fondazione Somaschi, GiOC - Gioventù Operaia Cristiana, Istituto Sturzo, Movimento dei Focolari Italia, Paxchristi, Vides Italia

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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