Nell’ottobre 2020, la Commissione europea ha lanciato il New European Bauhaus, un progetto creativo e multidisciplinare per ripensare le città e gli spazi abitativi e renderli più sostenibili e inclusivi promuovendo la collaborazione tra architettura, ingegneria, scienze, tecnologia, arte, design, scienze sociali.
Il 9 giugno 2022, al Maxxi (Museo nazionale delle arti del XXI secolo) di Roma la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha inaugurato il festival New European Bauhaus: per quattro giorni filosofi, studiosi e creativi si sono confrontati per realizzare un futuro all’insegna della sostenibilità, dell’inclusione e dell’innovazione. Il festival ha invitato a ripensare lo sviluppo coniugando arte e sostenibilità. La presidente aveva già dichiarato che il Next Generation Eu dovrebbe incentivare ristrutturazioni in tutta Europa, rendendo l’Ue capofila dell’economia circolare anche attraverso un nuovo progetto culturale europeo.
DA WEIMAR ALL’UE
Nella Germania dei primi anni Venti del secolo scorso, la corrente Bauhaus ha rappresentato una innovativa scuola di design. Fondata dall’architetto Walter Gropius (1883-1969) a Weimar, nel tempo si è affermata come una vera e propria corrente dell’architettura. Caratteristica fondamentale della scuola era l’interdisciplinarietà; arte, artigianato e tecnologia venivano per la prima volta insegnati senza distinzioni, nella convinzione che l’artista dovesse essere ideatore e artefice delle proprie opere. L’obiettivo della scuola era ideare un approccio in cui scelta dei materiali, adattabilità e funzionalità guidassero la forma creando un’arte funzionale, democratica ed economicamente accessibile. A circa cent’anni dalla Bauhaus di Weimar, il nome scelto dalla Commissione europea è un evidente richiamo alle caratteristiche di quella scuola.
EDIFICI ENERGIVORI
Il Green Deal europeo, lanciato nel gennaio 2020 per sostenere la transizione ecologica, mira a rendere l’Europa climaticamente neutra entro il 2050. Nonostante le emissioni di gas serra si siano ridotte del 24% tra il 1990 e il 2019, l’obiettivo è ancora lontano; il New European Bauhaus permette di collegare il Green Deal agli spazi abitativi, arricchendoli di una dimensione culturale e creativa che renda l’edilizia più sostenibile: gli edifici, infatti, sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni di gas serra. In alcune metropoli, come Londra e Parigi, il settore edilizio rappresenta oltre il 70% delle emissioni.
NUOVI CRITERI DI PROGETTAZIONE…
Il programma crea spazi di confronto e sperimentazione per ripensare lo sviluppo delle città, rendendole più vivibili, funzionali e accessibili: l’Ue ha così fissato in architettura nuovi standard di progettazione e qualità connessi a sostenibilità, economia circolare, qualità dei materiali, inclusione socio-economica di cittadini e cittadine. Questi standard accompagneranno l’Europa nella transizione urbanistica dei prossimi decenni, avvicinando l’innovazione sostenibile alla vita quotidiana. Il New Bauhaus si articola in tre fasi: progettazione collettiva, realizzazione e divulgazione.
La prima è terminata nel giugno 2021 dando forma alle linee guida per i prossimi anni con progetti che riguardano la ristrutturazione del patrimonio urbano e rurale, la ricerca di tecniche di costruzione innovative, la mobilitazione culturale e il rinnovamento degli spazi dedicati alla comunità. Nel mese di settembre 2021 il premio New European Bauhaus ha raccolto esempi di eccellenza e individuato i primi cinque siti dove applicare il nuovo concetto di Bauhaus.
… DA REALIZZARE OLTRE L’UE
I cinque progetti da realizzare avviano la seconda fase del Bauhaus: saranno monitorati al fine di raccogliere e condividere esperienze e insegnamenti. In questo modo è possibile mettere a disposizione della comunità metodi e soluzioni che possano essere riprodotti su vasta scala. Nel gennaio 2023 inizierà la terza fase, che diffonderà e condividerà le buone pratiche anche al di fuori dei confini europei. In tal modo si favorisce la creazione di nuovi mercati e modelli economici cogliendo opportunità di finanziamento attuali e future.
I primi progetti sono finanziati per 25 milioni di euro dal programma Horizon Europe della Commissione europea. Altre risorse vengono dal Programma per il Mercato Unico, dal Programma Life per l’ambiente e il clima, e dal Fondo europeo di sviluppo regionale: nel 2021-22 circa 85 milioni. È poi possibile che fondi stanziati per il Next Generation Eu attirino nuovi investimenti, tra cui i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza che possono promuovere ampi interventi di riqualificazione urbana.
SOGNO O REALTÀ?
Il progetto del New European Bauhaus è ambizioso: mira a un rinnovamento urbano di lungo termine. Una politica di così ampio respiro, però, avrebbe bisogno di strumenti che l’attuale assetto comunitario europeo non può garantire. Per portare a termine gli obiettivi del piano servirebbe una competenza fiscale autonoma dell’Unione, davvero capace di finanziare i progetti, e una politica energetica di riconversione ecologica che raggiunga davvero gli obiettivi del Green Deal.
Solo lo sviluppo di una sovranità europea può garantire al Nuovo Bauhaus gli strumenti politici necessari a decidere e a coordinare tutti i passaggi che lo portino a compimento. E allora potrà diventare artefice di una transizione ecologica e culturale verso un futuro più rispettoso del Pianeta e delle prospettive delle nuove generazioni.