Il 25 novembre è stata celebrata in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Molti eventi l’anno preceduta e anche seguita per ricordare i nomi delle troppe vittime di femminicidio, affinché giustizia sia fatta e affinché l’azione educativa e culturale prevenga ogni altra violenza contro le donne.
Ci sono però nomi che non sono ricordati, anche perché spesso rimangono ignoti.
Sono quelli delle donne costrette alla prostituzione e uccise dai loro “clienti” o magnacci, in un degrado raccapricciante.
La Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani è indetta dall’Onu il 30 luglio, data infelice per Italia, assorbita dalle ferie estive. Più del 50% delle persone trafficate sono avviate alla prostituzione e per loro la violenza uccide due volte: quando sono costrette a offrire il proprio corpo a chi lo paga e quando quel corpo viene fatto a pezzi.
Il rapporto di UnWomen e Unodc, agenzie Onu per le donne e per il contrasto alla droga e al crimine, sugli omicidi di genere, indica che nel 2021 le donne uccise in tutto il mondo sono 81.100, ma nella sola Italia le donne costrette a prostituirsi sarebbero decine di migliaia.
Per questo, a Verona domenica 27 sono state ricordate anche Venetita e Liora, massacrate dai loro “clienti”, e il 28 a Roma si prega per le tre donne accoltellate con ferocia da Giandavide De Pau.
Talithakum, la rete internazionale delle religiose contro la tratta di persone, il 25 novembre 2021 ha lanciato una “Call to action” e ha già ottenuto risultati incoraggianti nei 5 continenti, diventando uno strumento di sensibilizzazione e di azione contro la tratta.
Un modo concreto per dare dignità anche a queste donne, che nessuno ricorda.