24 febbraio: anniversario drammatico, che non lontano dai nostri confini ricorre tuonando.
Un anno fa, l’invasione dell’Ucraina da parte dell’armata russa era già iniziata. Putin aveva scatenato l’inferno.
Mentre la popolazione ucraina si nascondeva sotto terra, noi stavamo a guardare: sgomenti.
La protesta non si è fatta attendere; anche in Russia. Ma è durata poco.
Nello scorrere dei mesi è rimasto assordante soltanto lo scoppio delle bombe e il silenzio mortale di decine di migliaia di corpi trucidati.
Oggi in Ucraina si prega per la vittoria e in Russia si inneggia alla grandezza dello Zar Putin, che difende le “terre storiche” della “patria”.
La popolazione ucraina, vittima di azioni criminali, ha tutto il diritto di difendersi, ma noi abbiamo il dovere di favorire il silenzio delle armi: la guerra distrugge, uccide, semina odio e rimane sempre senza vincitori.
Per questo la marcia della pace che ha raggiunto oggi alle 6.45 Assisi è un segno importante, come tanti altri che marcano questo anniversario.
Segnaliamo in particolare quello di tre donne, una russa, una ucraina e una bielorussa, che oggi sono a Verona per la fiaccolata della pace.
Ci sono donne che inneggiano alla guerra, ma sono molte di più quelle che invocano la pace.
Giancarla Codrignani è una di loro.
Le donne operano per la pace, educano alla pace: e non solo nella guerra che distrugge l’Ucraina, ma anche per quella che annienta le popolazioni del Kivu, nella Repubblica democratica del Congo, e del Sud Sudan.
Il Nobel per la pace 2011 lo ricorda, anche oggi.
Venerdì, 24 Febbraio 2023 13:17