In Italia siamo nel pieno della “Settimana internazionale d’azione contro il razzismo” promossa ogni anno da Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), ma il 21 marzo abbiamo celebrato anche la “Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie”.
C’è una connessione tra le due ricorrenze?
A uno sguardo superficiale potrebbe sfuggire il fatto che le mafie oggi lucrano sempre più sul traffico di persone, che a sua volta prospera sull’esclusione discriminatoria di intere popolazioni che non possono ottenere un regolare visto di ingresso in Italia.
Si tratta di una “discriminazione razziale” che da anni alimenta a ogni latitudine il lavoro gravemente sfruttato.
Allora, per contrastare le mafie e i loro tentacoli internazionali, diventa importante anche l’impegno a fianco di donne e uomini migranti, al fine di sottrarle alla “clandestinità” e a trattamenti disumani.
Dalla Sicilia alla frontiera tra Messico e Stati Uniti d’America, l’impegno delle Suore missionarie comboniane è anche questo, e In missione Conlecomboniane lo racconta.