Individualismo collettivo Nadia Grapes
Sabato, 29 Febbraio 2020 09:56

Individualismo collettivo

L'8 marzo è una ricorrenza internazionale, collettiva, unica, che permette a tutti di mettersi in gioco per ridefinire gli equilibri tra uomini e donne.

L’8 marzo è vicino.
Esiste una ricorrenza più internazionale e interorganizzativa?

«La storia della lotta delle donne per l'uguaglianza non appartiene a nessuna singola femminista né a nessuna organizzazione, ma agli sforzi collettivi di tutti e tutte coloro che hanno a cuore i diritti umani» afferma Gloria Steinem.

E non potremmo essere più d’accordo. Nessun governo, ONG, corporazione, istituzione accademica, rete femminile o centro media è l'unico responsabile della Giornata internazionale della donna. Eppure in questo giorno tutte le donne di ogni estrazione, Paese e cultura, si uniscono per lottare per la parità di genere e per i propri diritti.

Quest’anno la giornata ha un tema particolare: #EachforEqual, perché collettivamente, ognuno di noi può aiutare a creare un mondo in cui la parità di genere esiste. Promuovendo una sorta di “individualismo collettivo” in cui ogni individuo è parte di un tutto e le azioni, i comportamenti e le mentalità di un individuo hanno un impatto sull’intera società.

Shutterstock, ad esempio, la banca immagini famosa in tutto il mondo, ha aderito a #EachforEqual individuando una serie di obiettivi in linea con il tema 2020. Un impegno fondamentale, se si pensa a quanto facilmente la narrazione visiva – soprattutto nell’era digitale - contribuisca a creare o eliminare le barriere di genere.

Tra i principali impegni troviamo:
#1 – Raccontare le donne che lavorano nell’innovazione tecnologica.
Pubblicare contenuti che rappresentino le donne anche nei ruoli di chirurghi, scienziati e sviluppatori di IA. Altrimenti, chi potrebbe sapere che la prima casa 100% a energia solare è stata realizzata da una scienziata ungherese di nome Maria Telkes?

#2 – Celebrare l'uguaglianza per le atlete.
In tutto il mondo le atlete lottano per ottenere pari retribuzione rispetto alla controparte maschile. E non solo negli sport prettamente “femminili” come yoga, corsa o ciclismo.

#3 – Rappresentare luoghi di lavoro inclusivi.
Dove non ci siano solo uomini bianchi e sorridenti in uffici illuminati, ma ricercare immagini che promuovano le donne e tutte le identità di genere a tutti i livelli e i gradi di lavoro.

L’impegno della piattaforma, però, va oltre l’aumento della condivisione di immagini raffiguranti donne, e si estende anche a chi le immagini le realizza. Il risultato è un amento della visibilità della creatività femminile che passa dalle fotografe, alle illustratrici, alle videomaker fino alle compositrici.

Insomma, d’ora in poi dovremmo trovare più foto di donne anche quando cerchiamo parole chiave inerenti alla tecnologia, alla scienza, al business. Perché l’uguaglianza è tale se pensata per tutti e tutti. E sostenuta da tutti e tutte.

Last modified on Sabato, 29 Febbraio 2020 10:10

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