Bakhita Fortunata Quascé è la prima Suora missionaria comboniana africana. Originaria dei Monti Nuba, viene riscattata dalla schiavitù e raggiunge Verona, dove viene educata in via Cantarane, presso don Mazza.Il 25 gennaio 2023, alle ore 11.30 presso la Sala Marconi, Piazza Pia 3, Roma, la rivista Donne Chiesa Mondo e le Suore Missionarie Comboniane la presentano attraverso il libro "Fortunata Bakhita Quascè", romanzo storico di Maria Tatsos. Bakhita Fortunata, diventata maestra, torna in Sudan proprio con la spedizione guidata da Daniele Comboni per educare a sua volta le ragazze riscattate dalla schiavitù. La rivoluzione Mahdista, che travolge le m... leggi tutto
Dal 1934 a Kalongo la presenza comboniana è presente con tante attività di “rigenerazione”, inclusa quella sanitaria. Dopo anni, padre Giuseppe diceva ancora, in un eccesso di umiltà: «Sette Suore comboniane costituiscono l’ossatura portante dell’ospedale». In effetti, senza la loro presenza esperta e generosa lui non avrebbe potuto farlo crescere, ma tutte le suore lo hanno apprezzato per la sua generosa e competente dedizione. E così a Kalongo è avvenuto un piccolo miracolo missionario. Nel 1943 suor Eletta Mantiero, infermiera, inizia il servizio sanitario in un angolo della veranda delle suore, perché il dispe... leggi tutto
Dal 1881 al 1898 il Sudan egiziano viene travolto da un’insurrezione religiosa islamista nota come Mahdia, perché Muhammad Ahmad, sua guida spirituale e politica, si definisce il Mahdi, ovvero il “ben guidato da Dio”. Il suo intento dichiarato era restaurare la purezza dell’islam che il prolungato contatto con gli europei aveva corrotto. Come “nuovo Maometto” dà a quattro dei suoi primi proseliti il nome dei quattro califfi del fondatore dell’islam, ma le ragioni socio-politiche dell’insurrezione sono altre: intercettare il diffuso malcontento verso il malgoverno egiziano e ripristinare lo schiavismo, importante risorsa economica ... leggi tutto
In Sudan, le mutilazioni genitali femminili sono un reato.Chi le pratica è punibile con una pena di tre anni di reclusione. Il provvedimento, preso dal nuovo governo di transizione, libererà da questa dolorosa e pericolosa forma di menomazione migliaia di donne. Le Nazioni Unite stimano che, attualmente, circa l’87% delle sudanesi di età compresa tra 14 e 49 anni abbia subito una qualche forma di mutilazione genitale. In Sudan è comune per le donne rimuovere le labbra interne ed esterne della vagina e, di solito, anche il clitoride. Questi interventi, praticati quasi sempre in condizioni igieniche precarie, possono provocare infezioni del tratto urinario, d... leggi tutto
Il 25 novembre si è celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.Da Bruxelles all'India, da Ginevra al Sudamerica, passando anche per l'Italia sono state tante le iniziative, i sit-in e i cortei per accrescere la consapevolezza del fenomeno. In Belgio, ad esempio, le manifestanti hanno mostrato dei cartelli con i nomi delle donne uccise, in Messico migliaia di attiviste bendate si sono riunite contro la violenza sulle donne, all’aeroporto di Fiumicino si è tenuto un flash mob di flamenco, in India invece, un’attivista ha svelato un murale dedicato alla sicurezza delle donne a casa, nel posto di lavoro e nei luoghi pubblic... leggi tutto
La soddisfazione pervadeva le piazze e le strade: la protesta popolare in Sudan, pacifica e determinata, aveva prevalso e il presidente-militare Omar al-Bashir, che dal 1989 governava il Paese con pugno di ferro, era stato deposto dal suo stesso esercito. Le manifestazioni erano dilagate a metà dicembre 2018, innescate dal precipitare della situazione economica: il rincaro di pane e carburante erano diventati insostenibili. Nei mesi di protesta, le vittime civili erano state almeno una cinquantina, ma il 12 aprile la gente poteva celebrare: la democrazia sembrava a portata di mano, e Alaa Salah, la giovane studentessa di ingegneria che esortava la folla a resistere, era diventata il... leggi tutto
Sembra un quadro, una statua, un simbolo di coraggio.Testa alta, braccio alzato mentre parla con la folla.Lei è la resistenza. Lei è Alaa Salah. Ha 22 anni, studia ingegneria ed è diventata il volto della resistenza delle donne nel suo paese, il Sudan. Alaa è la nuova icona del femminismo moderno. Con lei la rivolta è donna, in Sudan. Una folla sostenuta da una ragazza vestita di bianco, che a ritmo di trap e al grido di thowra (rivoluzione in arabo) chiede le dimissione del presidente Omar Al Bashir. E lo fa a testa alta. A scattare la foto che ha fatto il giro del mondo, è stata Lana Haroun a Khartoum, capitale del Sudan. A Globalist, la fotogra... leggi tutto
Sono arrivata a Wau nel 1955: avevo 26 anni. Fino a Khartoum ho viaggiato con l’aereo di linea inglese, poi con un piccolo aereo a elica. A Wau siamo atterrati su un prato d’erba. Sono stata la prima comboniana a viaggiare in aereo, perché all’ospedale era urgente sostituire il personale inglese che stava lasciando il Sudan. Noi suore eravamo tre: due infermiere, Albertina Modenese e io, e un’ostetrica, Emanuella Castagna. Tre volte al giorno, con il casco in testa, si andava e tornava in bicicletta coprendo una distanza di circa due chilometri. A quel tempo i reparti comprendevano: maternità, chirurgia, medicina, pediatria. Un reparto era riservato ai ... leggi tutto
Il Sud Sudan è tuttora dilaniato da una guerra civile che si trascina da oltre mezzo secolo. Queste pagine non osano svelare gli intricati retroscena di tanta sofferenza, subita e inferta. Svelano semplicemente incontri fugaci e relazioni intense, vissute e raccontate con grande umiltà. È un modesto tributo a quelle donne che, senza atteggiarsi a eroine, hanno assunto su di sé il desiderio di riscatto di tante e tanti giovani che nel Sudan meridionale hanno avuto la sorte di nascere. 1919: le prime donne europeeLe cinque comboniane che inaugurarono la comunità di Wau furono Rosa Facci, Valentina Cederle, Clelia Donà, Brigida Carrettoni e Rosilde Gia... leggi tutto
Da 30 anni il Sudan soffre l’oppressione del regime islamista di Omar al-Bashir.Delle sofferenze di questi popoli i nostri giornali non parlano. Ma in questo ultimo periodo le donne sudanesi stanno reagendo. E la loro voce deve essere ascoltata. A dicembre il Sudan era colpito da una delle peggiori crisi economiche di sempre, ma proprio il gravoso aumento del costo della vita ha scatenato le proteste.Come spesso accade nelle crisi, le famiglie povere erano quelle più colpite. Questo ha spinto le donne a organizzarsi per reagire.Attraverso Whatsapp e Facebook hanno iniziato a radunare persone per manifestare contro il regime autoritario. I gruppi, accessibili solo tramite ... leggi tutto
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CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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