Martedì, 30 Novembre 2021 18:17

Ricerca e stupore

150 anni sono tanti, o forse no. Così anche i miei 56 mi sembrano un sogno passato troppo in fretta, un attimo… e ti ritrovi già a questa età. Che strano!
Eppure ben 27 di questi anni li ho spesi come missionaria comboniana, alla ricerca del “Dio della Vita” presente nei popoli e nelle situazioni. Come descrivere questi anni di missione se non partendo da un profondo senso di ringraziamento, di stupore e, forse, anche di timore di fronte al “Mistero della Vita” che si è lentamente dipanato, con momenti di fatica, di deserto, di perdita, e molti di più di grazia, di desiderio, di ricerca, di servizio e di gioia?

La “missione” prende la vita
Dal desiderio e dalla passione dei primi anni, che tanto mi facevano sentire simile a Daniele Comboni “giovane”, dall’innocente inesperienza in cui si sono mossi i passi iniziali della mia vita di consacrata e missionaria che faceva sembrare tutto ancor più colorato e bello, sono passata agli anni della maturità, più lenti e faticosi, forse, ma anche più generativi e caratterizzati dal senso di responsabilità per il dono ricevuto e trasmesso.
Anche qui ho ritrovato Daniele Comboni, ma nei suoi ultimi anni, nella fatica della responsabilità episcopale, nella comprensione più profonda che la missione richiede l’intera vita, e non perché si debba conquistare qualcosa o qualcuno, ma perché la Vita ha tutto il diritto di prendersi una parte di noi e renderla grembo materno.

Il dono della differenza…
Dopo i primi anni di studi teologici in Austria, sono stata assegnata all’Etiopia. E questo Paese, né scelto né richiesto, l’ho accolto come un invito a lasciarsi andare, toccare, trasformare. Negli anni che vi ho trascorso, ho cercato di ascoltare, di capire e di accogliere la differenza, l’Altro e gli altri/altre che mi si sono posti di fronte. Sono state loro le guide per comprendere che la missione a cui sono stata chiamata non è mia ma è di Dio, che precede e accoglie, che sostiene e invia, che sfida e rinvia ancora.

Il servizio alla Chiesa cattolica etiopica mi ha aperto le porte per conoscere il mondo che mi stava intorno, servizio che mi ha fatto scoprire doni e possibilità nascoste e mi ha spinto a cercare di conoscere e capire. È stato accompagnato dal desiderio crescente di incontrare la Chiesa ortodossa etiopica, di apprezzare e lasciarsi incontrare da un altro modo di celebrare, credere ed essere Chiesa. E quale ricchezza mi è stata donata! Fatta di incontri semplici, di momenti di grande profondità spirituale, di trasformazione nella fede grazie a quella dei piccoli e delle piccole che la abitano.

… e di sognare insieme
In tutto questo è maturata la crescita come gruppo, nell’amicizia e nella condivisione; la crescita come comunità comboniana, partecipe dello sviluppo e della crescita di tutta la congregazione.
Abbiamo raccolto le sfide della multiculturalità, del vivere insieme e soprattutto del sognare insieme, dell’avere visioni, come dice il libro di Gioele: «Effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (Gl 3,1).
E questo rimane. Questo è il cammino, il desiderio e il sogno che ancora mi porto nel cuore: continuare a profetizzare insieme, giovani, anziane, di mezz’età (aggiungerei io); continuare insieme la ricerca dei passi di Dio nella vita dei popoli.

 

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Last modified on Martedì, 30 Novembre 2021 18:21

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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