È iniziata la campagna internazionale #OurFoodOurFuture per riformare il sistema alimentare globale: molti alimenti presenti nei supermercati europei contengono ingredienti invisibili come violazioni dei diritti umani e degrado ambientale. La campagna riunisce 16 organizzazioni della società civile in 13 Paesi e 7 Paesi partner nazionali del Financial Support to Third Parties (FSTP) in tutta Europa e nel mondo per cambiare radicalmente il sistema. È portata avanti da WeWorld, organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 25 Paesi del mondo compresa l’Italia, e coinvolge 16 organizzazioni dell'Ue, del Sud Africa e del Bra... leggi tutto
Dal 1980, il 16 ottobre celebra la Giornata mondiale dell’alimentazione. È un modo di rendere omaggio alla Fao, agenzia Onu istituita il 16 ottobre 1945, e al suo impegno per debellare la piaga della fame nel mondo. Da notare che “sicurezza alimentare” non equivale a “sovranità alimentare”: produrre grandi quantità di cibo inquinando l’ambiente e inondando il mercato di prodotti standard garantisce forse la “sicurezza” di poter mangiare ma infrange la “sovranità alimentare”, ovvero il diritto dei popoli ad alimenti sani, culturalmente appropriati e prodotti con metodi sostenibili. Le grandi aziende mul... leggi tutto
Nel secondo capitolo dell’enciclica Fratelli tutti papa Francesco afferma: «Tutti abbiamo una responsabilità riguardo a quel ferito che è il popolo stesso e tutti i popoli della Terra. Prendiamoci cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quell’atteggiamento solidale e attento, l’atteggiamento di prossimità del buon samaritano». La risposta teologica ed ecologica alla “cultura dello scarto” è la cura, che è anche la cifra della missione delle religiose nel mondo. Attenzione crescente...L’impegno della Uisg sul tema della cura non è nuovo, ma dopo l&... leggi tutto
Più di mezzo secolo di presenza delle comboniane in Kenya rivela una particolare attenzione alle zone più insicure del Paese, abitate da popoli che per decenni sono vissuti ai margini della “civiltà”; ma nel tempo alcune priorità sono cambiate. Nel 1976 inizia la presenza a Kariobangi (Valle della droga), una baraccopoli di Nairobi, e nel 1996 una collaborazione qualificata nell’educazione terziaria al Tangaza College di Langata, una delle zone residenziali della capitale originariamente riservate ai coloni europei. Le comunità religiose internazionali che vi hanno preso dimora ne hanno reso il volto sempre più meticcio. Le combonia... leggi tutto
In un articolo sull’inserto Economia del Corriere della Sera, qualche giorno fa, si leggeva che “In tutta Europa c’è una percentuale maggiore di donne, rispetto agli uomini, che si occupa della cura dei figli, dei lavori domestici e della casa”. L’organizzazione non-profit Center for Global Development ha misurato in termini di ore la proporzione - o forse è meglio parlare di sproporzione - di tempo speso dalle donne e dagli uomini per questo impegno. Il numero è impressionante, sopratutto durante il periodo dell’emergenza Covid quando le donne hanno fronteggiato 173 ore di “lavoro domestico non retribuito” e gli uomini 59... leggi tutto
Se a qualche persona fosse sfuggito il fatto che non solo “altrove”, ma qui – qui da noi, nelle nostre città, nelle nostre case – c’è una tragedia che si consuma quotidianamente, le cronache delle ultime settimane avrebbero dovuto togliere ogni velo dagli occhi: 8 donne uccise in dieci giorni. Se contiamo dall’inizio dell’anno sono 86, di cui 72 uccise in ambito familiare-affettivo; e in 51 casi l’assassino è il partner o l’ex. Morte non perché si trovavano a passare in mezzo a una sparatoria o a un attentato. Ma perché ciò che i loro assassini hanno voluto sopprimere era il loro essere donne: la... leggi tutto
Dall’Afghanistan arriva la notizia che il nuovo governo talebano ha deciso di chiudere il ministero per gli Affari Femminili per sostituirlo con quello della Promozione della virtù e la Prevenzione del vizio. E così chiude l’unico ministero, istituito nel 2001, che aveva garantito a migliaia di donne e famiglie di poter sperare in un futuro migliore. Il lavoro di Sima Samar e delle altre ministre che hanno ricoperto questa carica aveva permesso a tante donne e ragazze di studiare, di emanciparsi da tradizioni ancestrali che le volevano costrette in casa, e di entrare nel mercato del lavoro.Chiuderlo è come segnare la fine di un’era. Ancor più p... leggi tutto
Alle donne afghane sarà vietato di praticare sport perché giudicato non necessario e inappropriato. I nuovi talebani, quelli che avevano promesso di garantire “i diritti delle donne nella cornice della sharia” stanno venendo allo scoperto con il passare dei giorni. Diritto dopo diritto stanno spogliando le donne del loro presente e soprattutto del loro futuro. Dopo le stringenti regole imposte alle ragazze che vogliono continuare a studiare nelle università private afghane, è arrivato il divieto assoluto di sport. Le donne possono uscire di casa solo “per motivi essenziali come fare la spesa”. Lo sport non è ritenuto essenziale, quin... leggi tutto
Le donne a Kabul hanno camminato con coraggio, e senza burqa, verso il palazzo presidenziale della capitale per chiedere ai talebani che i diritti, conquistati a fatica negli ultimi 20 anni, vengano rispettati. Combonifem riapre, dopo la pausa estiva, con una newsletter che si chiede cosa resterà della voce e delle parole delle donne in Afghanistan. Qualche giorno dopo, le strade della capitale e di altre città come Herat nell'Ovest del Paese, vengono percorse da cortei di attiviste per rivendicare il proprio diritto al lavoro, all’istruzione e alla partecipazione al governo. Una lotta necessaria perché, nonostante le promesse di un governo inclusivo, il portavoc... leggi tutto
Lo temevamo ed è avvenuto. Reporters Sans Frontiers, l’ong internazionale che dal 1985 promuove e difende la libertà d’informazione nel mondo, ha appena pubblicato un inquietante rapporto sulla sorte delle giornaliste afgane. Nonostante le rassicurazioni fornite dai talebani, delle 700 giornaliste che operavano nei media indipendenti afgani meno di 100 continuano formalmente il loro lavoro, ma ostacolate da crescenti restrizioni. Nelle province del Paese, le donne dei media indipendenti sono già diventate mute: solo gli uomini possono continuare a lavorare. Nell’emittente di stato, Radio Television Afghanistan (Rta), che fino a metà agost... leggi tutto
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CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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