Ogni epoca ha conosciuto il suo male del secolo. Nel Cinquecento l’epidemia della sifilide imperversava in Europa: era scoppiata a Napoli nel 1495, a seguito della venuta in Italia di Carlo VIII, il cui esercito era composto per lo più da migliaia di mercenari con prostitute al seguito. Il ritorno dell’esercito francese verso nord diffuse la malattia in tutta la penisola, per poi espanderla in Europa, giungendo sino in Oriente. Questa infezione trasmessa sessualmente era conosciuta per questo con il nome di mal francese, tranne in Francia, dove prese il nome di mal napolitain. Incurabili? Non per loroCome si è reagito davanti a questo morbo ripugnante che straziava... leggi tutto
Il Primo Maggio, nelle nostre case, abbiamo celebrato la Festa del Lavoro.Lo abbiamo fatto tutti e tutte, anche chi non ha mai smesso di lavorare, anche chi non sa ancora quando potrà riaprire. Una celebrazione dettata dalla Costituzione. Un diritto, insomma, che durante questa pandemia è venuto meno. Anche in Italia. Soprattutto per le donne. Oggi infatti sono numerose le attività che possono ripartire in base a quanto indicato nel Dpcm del 26 aprile scorso, maquali sono i lavoratori interessati a questa riapertura? I dati riportano che il 72% dei lavoratori che oggi tornano al lavoro sono uomini. Il dato in sé non sorprende, perché manifattura e costru... leggi tutto
Il fatto di non lavorare e di non cercare un lavoro, quindi di essere, in termini tecnici, “inattive”, può essere una scelta, ma per molte donne può anche essere una condizione senza alternative. Tratti emergentiAlcuni degli aspetti più evidenti che condizionano i percorsi lavorativi delle donne straniere in Italia sono il peso della cura dei familiari, in particolare di marito e figli, il titolo di studio e l’età.Questo è quanto emerge dal IX Rapporto annuale sugli stranieri nel mercato del lavoro in Italia redatto dal ministero del Lavoro: la condizione di madre con figli è fortemente connessa con l’inattività. 3 su ... leggi tutto
Le norme relative al lavoro e alla cura possono cambiare, e sono già profondamente cambiate negli ultimi secoli. Per esempio, si è passati dalle 12 ore di lavoro giornaliero alle 8 attuali; tuttora si discute se le donne debbano rimanere a casa ad accudire i figli quando sono piccoli, ma alcune norme sono già cambiate in certi Paesi. In Svezia, per esempio, la pressione sociale è tale che nessun papà si sognerebbe di non prendere il permesso parentale in occasione della nascita di un bebè. Se ciò accadesse, diventerebbe oggetto di forte disapprovazione nel suo stesso ambiente di lavoro. Pertanto, il mio intento è cambiare ciò che... leggi tutto
Riane Eisler ci pensava da anni. Dopo aver sondato le dinamiche dei millenni di evoluzione umana e culturale, sintetizzate nel suo libro Il calice e la spada, la sua ricerca, che spazia dalla storia all’antropologia, dalla psicologia alla politica, si concentra sull’economia. Perché, a suo dire, «senza modificare i sistemi economici attuali non è possibile garantire a noi e alle generazioni future una vita prospera». A coronamento della sua lunga riflessione, che ha attinto a contributi di molteplici donne e uomini che condividono con lei lo spirito di ricerca, nel 2007 pubblica La vera ricchezza delle nazioni. Creare un’economia di cura. Il tito... leggi tutto
Questa newsletter è dedicata alle donne, alle mamme e al lavoro. Nel secondo trimestre 2017 l’Istat offre dati incoraggianti sull’occupazione femminile, che cresce da quattro anni grazie all’aumentato livello di istruzione: «…durante la crisi è stata sostenuta dalle professioni a bassa qualifica, ma negli ultimi quattro anni si contraddistingue per un aumento delle professioni qualificate». Risulta anche che «la riduzione degli “inattivi” riguarda proprio le donne, soprattutto nel Mezzogiorno». Ma il rapporto, che a pagina 16 focalizza le tendenze dell’occupazione femminile, evidenzia anche elementi di preocc... leggi tutto
Fra le polemiche che imperversano sulle affermazioni del pm di Catania, Carmelo Zuccaro, circa la possibile relazione fra trafficanti di persone e alcune ong, invitiamo ad una sosta. I salvataggi in mare dovrebbero costituire un’eccezione; quando diventano strutturali rivelano una disfunzione. Ai corridoi umanitari, che sottraggono profughi ai trafficanti, accedono a livello mondiale appena ottocentomila persone, su oltre venti milioni di migranti. Mancano strumenti legislativi adeguati per gestire in modo positivo le migrazioni, che non sono un fenomeno transitorio. Per questo è da apprezzare la campagna Ero straniero – un’umanità che fa bene. Dal 18 al 22... leggi tutto
È difficile far festa in questo Primo Maggio. Come celebrare la festa del lavoro, quando augurare "buon lavoro" – soprattutto ai giovani – sta diventando imbarazzante, perché è un augurio troppo spesso irresponsabile, in una società che sta distruggendo il lavoro? Che festa è oggi per chi non lavora mai o per chi è costretto a lavorare anche in giorni come questo per consentire i nostri riti consumistici? Eppure, dobbiamo continuare a far festa, anche e soprattutto per chi non può festeggiare. E una festa che celebra conquiste avvenute "dal basso", anche grazie a eventi tragici, ci ricorda che i passi avanti hanno bisogno di consap... leggi tutto
Quest’anno vi invitiamo a celebrare la Festa del lavoro con un tocco di “cura”.La nostra Repubblica è fondata sul lavoro, come recita l’articolo 1 della Costituzione italiana.Ma quale lavoro?L’economista Luigino Bruni ci ricorda, nel suo libro Economia con l’anima del 2013, che «non tutto il lavoro fonda la Repubblica, ma solo quello degli uomini e delle donne libere, non quello degli schiavi e dei servi». Si parla spesso delle nuove forme di lavoro “para-schiavistico”: quello controllato dai “caporali”, o quello delle donne e degli uomini vittime di Tratta. Si parla anche del lavoro dei tanti e tante lavoratrici... leggi tutto

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Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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