Il crollo del muro di Berlino e il successivo collasso dell’Unione Sovietica si riflettono anche sul continente africano. All’inizio degli anni Novanta, Paesi ben poco democratici ma corteggiati per decenni dall’Occidente in funzione antisovietica perdono il loro peso strategico e vengono sollecitati ad abbandonare la politica del partito unico e i media di Stato: il Kenya non fa eccezione. Il presidente Daniel arap Moi deve legittimare il multipartitismo e indire elezioni democratiche nel 1992. Pochi mesi prima, però, il Paese è travolto da sanguinosi scontri etnici. Lo stesso scenario “tribale” si ripete prima delle elezioni del 1997: così... leggi tutto
Mi chiamo Laura e dal 2000 sono Suora missionaria comboniana. Originaria di Marnate, un paesino nella provincia di Varese, dopo un periodo in Ciad e in Germania vivo da undici anni in Sudafrica, nel quartiere di Mamelodi, a circa 26 chilometri dal centro di Pretoria.Tre giorni la settimana svolgo servizio come coordinatrice del Sinodo diocesano, iniziato lo scorso anno; altri due lavoro come persona di riferimento al campus di Mamelodi dell’Università di Pretoria. È un’iniziativa della facoltà teologica dell’ateneo per accompagnare le organizzazioni e le Chiese cristiane che operano in questa periferia per il bene e lo sviluppo integrale della comunit&a... leggi tutto
L’aereo vola veloce da Fiumicino a Nairobi, qui invece ci mettiamo quasi due ore a raggiungere la casa dei missionari della Consolata. Suor Felicina aveva l’indirizzo, ma l’autobus ci portava altrove e siamo arrivate a notte fonda. Il primo incontroPer raggiungere Marsabit, a circa 500 chilometri a nord di Nairobi, non c’era ancora la strada, così il vescovo Cavallera ci ha messo a disposizione un piccolo velivolo a 6 posti della missione protestante Maf. Attraversiamo a bassa quota la grande zona desertica e dopo circa due ore scorgiamo la foresta di Marsabit e qualche capanna. La pista di atterraggio è un prato, sul quale ci accolgono monsignor Cavall... leggi tutto
Le prime veterane del Sudan arrivano a Karatina il 16 ottobre 1964 scortate dal nuovo vescovo di Nyeri, Cesar Gatimu: sono Ermella Cariolato, Alessandrina Negri, Virginelda Barbieri e Noemi Piazza.A circa 150 chilometri a nord di Nairobi, Karatina è un centro agricolo nel cuore della terra dei Kikuyu. La missione è gestita dai missionari della Consolata; le suore assicurano i servizi di cucina e guardaroba, oltre che lavorare nella scuola, nel centro di salute e in parrocchia. Il 2 gennaio 1965 viene aperta, a circa 10 chilometri di distanza, una seconda comunità di comboniane, che subentrano alle missionarie della Consolata nella scuola secondaria femminile di Ngandu, ... leggi tutto
Un tessuto di mille coloriNegli ultimi due anni l’Unione Internazionale Superiore Generali (Uisg) ha promosso diverse iniziative di formazione sull’interculturalità nella vita religiosa, rispondendo a un bisogno che veniva proprio dalle religiose, soprattutto da quelle appartenenti a congregazioni internazionali con governi generali sempre più multiculturali. Hanno sollevato istanze, posto domande e indicato sfide, e nel 2019 è stato promosso un programma formativo su “Interculturalità e vita religiosa”: due settimane con 200 partecipanti di 50 congregazioni differenti. Nel 2020 e 2021 la pandemia ha favorito la formazione online attravers... leggi tutto
Sono nata a Valeggio sul Mincio (Verona). Dal 1971 sono missionaria comboniana e a fine agosto 1977 sono arrivata in Congo, allora chiamato Zaire.Dopo un breve periodo di studio della lingua locale, il lingala, ho raggiunto la mia prima missione: Dakwa, nella diocesi di Bondo. Come infermiera mi è stata affidata la cura dei lebbrosi: li andavamo a trovare nei loro villaggi, entrando nelle loro abitazioni. È stata un’esperienza stupenda, che mi ha rivelato l’accoglienza, la generosità e la voglia di vita della gente. Il mio servizio a Dakwa è durato 5 anni; dopo altri 5 fra Niangara e Mungbere, ho avuto la grazia di accompagnare e curare per 22 anni pe... leggi tutto
Da diversi giorni l’atmosfera è tesa: militari fuggiaschi arrivano a Isiro da Butembo e dove passano saccheggiano. Fino a questa mattina le autorità locali hanno cercato di sfamarli e disarmarli, ma il loro numero ha già superato le migliaia. È Natale. Le messe del mattino, un po’ meno affollate del solito, erano ben animate; dopo un pranzo sobrio ci siamo concesse un momento di riposo, ma verso le 15 un vociare insolito che martella impetuoso alla porta mi fa sobbalzare: «I militari sono già dai comboniani e hanno preso veicoli e carburante». Un attimo di panico, poi subito all’opera: nascondiamo le ricetrasmittenti, mettiamo... leggi tutto
Il primo ritorno...Il 22 luglio 1969 le comboniane raggiungono Nduye, quella che era stata la missione degli inizi, e riprendono le usuali attività: scuola per ragazze con relativi dormitori, centro per le donne, catecumenato, dispensario e presenza tra i Pigmei. La scia di morte e distruzione del 1964 aveva lasciato il vuoto: la presenza missionaria belga non c’era più e le comboniane erano richieste anche nella diocesi di Isiro/Niangara. Qui aprono le comunità di Niangara e Ndedu nel 1971 e di Viadana e Isiro nel 1973. Nel 1972 raggiungono Kisangani, sede della diocesi omonima, e nello stesso anno sono anche a Mungbere, nella diocesi di Wamba.Insieme ai combonian... leggi tutto
Il fiume Congo viene rinominato Zaire, da nzeri che significa “fiume” in una lingua locale (termine che i portoghesi avevano distorto appunto in “Zaire”). Lui stesso cambia nome: si fa chiamare Mobutu Sese Seko e impone a ogni cittadino e cittadina di adottare un nome “tradizionale”; nell’ottobre del 1971 la stessa Repubblica del Congo diventa Repubblica dello Zaire. La politica di autenticità culturale viene apprezzata in altri Paesi africani per la musica, gli abiti, e anche per la “zairizzazione” delle risorse, ovvero la nazionalizzazione di tutte le maggiori imprese, inclusa la strategica Union Minière, che era rimasta s... leggi tutto
Tutto cominciò da questa frase e dal contatto con Arturo Paoli, che sintetizzava la sua teologia in quel «semplicemente vivere». La mia consorella Margit Forster ne era affascinata e fece di quella frase il suo motto fino alla fine della sua vita terrena. L’accento era sul “vivere”. Sì, vivere e non pensare la vita, ma lasciarsi sconvolgere da essa, buttare all’aria i piani, le certezze, le conoscenze. Ascoltare la vita dentro e fuori di noi, dove ci chiama, dove ci chiede di partire o di fermarci. Nel 2006 approdai con Margit a Berlino per gli esercizi di strada: quale “strada” migliore poteva Dio scegliere per noi? Per entrambe... leggi tutto
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CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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