Domenica, 18 Luglio 2021 07:00

Quando la responsabilità diventa "di tutti"

Lo stesso giorno in cui la Camera ha approvato il rinnovo delle missioni militari all'estero, inclusa quella in Libia, Amnesty International e l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (Oim) hanno pubblicato due rapporti che mostrano, con numeri e dati, come fino ad oggi non sia stato cosi positivo il sostegno alle autorità libiche. O almeno, non è stato positivo per i migranti.

Oltre a quanto già scritto nella nostra newsletter di denuncia, condividiamo anche le loro riflessioni - espresse all’agenzia Dire - perché secondo i dati pubblicati dall'Oim, il numero dei migranti deceduto nel tentativo di raggiungere l'Europa nei primi sei mesi del 2021 è di 1.146, il doppio di quelli che hanno perso la vita nello stesso periodo dell'anno scorso, 513. Sempre secondo i dati del rapporto Migrant deaths on maritime routes to Europe: Jan-Jun 2021, la rotta più pericolosa è proprio quella del Mediterraneo centrale, che parte da Tunisia e Libia per arrivare principalmente in Italia. Nella prima metà del 2021, lungo questo percorso hanno perso la vita quasi il 70% del totale dei migranti partiti da quelle coste.

Altro dato in aumento è il numero dei rimpatri, quasi triplicato in modo quasi preoccupante, dal momento che i migranti che vengono rimpatriati in Libia - secondo fonti certe dell’Oim - sono sottoposti a detenzioni arbitrarie, estorsioni, sparizioni e atti di tortura. La denuncia arriva anche da Amnesty international.

Nel documento pubblicato pochi giorni fa dal titolo "Nessuno verrà a cercarti: i ritorni forzati dal mare ai centri di detenzione della Libia”, l’organizzazione ha denunciato il procedere incontrastato delle violazioni dei diritti umani in corso da oltre un decennio. Denunce che non sono frutto di credenze popolari, ma di testimonianze reali. Appena due settimane fa, per esempio, è emerso un video in cui si vede una motovedetta della cosiddetta Guardia costiera mentre spara verso una barca con a bordo una sessantina di migranti, cercando anche di speronarla.

Amnesty ha pertanto lanciato un appello agli Stati europei e all'Italia, affinché venga sospesa "la cooperazione con la Libia in tema di controllo dell'immigrazione e delle frontiere”.

Il rinnovo del finanziamento di questa missione sta a cuore a molti: padre Alex Zanotelli ha iniziato uno sciopero della fame, ma i dubbi si stanno affacciando anche in seno al Pd, che vorrebbe riversare l’onere di addestrare la Guardia costiera libica a carico dell’Unione Europea, facendo leva sulla Missione Irini, istituita nella primavera del 2020.

All’interno del Pd c’è anche chi non crede che la proposta del partito cambierà qualcosa: la cosiddetta Guardia costiera libica compie sistematicamente atti criminali. Tortura, stupra, uccide. Ignorare questo fatto, fingere di non vederlo e continuare a collaborare con la cosiddetta Guardia costiera libica significa divenire corresponsabili di quei crimini?

Secondo noi sì, poco cambia se chiediamo di farlo all’Europa.

Last modified on Domenica, 18 Luglio 2021 07:13

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