Mano nella mano Meynard Tumamak
Sabato, 11 Giugno 2022 20:31

Mano nella mano

Globalizzazione: libero mercato, libera circolazione, interconnessione. Sono pressoché infiniti i concetti che possiamo collegare a questo termine. Da qualche decennio a questa parte, i potenti del mondo hanno investito molte delle loro risorse affiché il mondo come lo conoscevamo diventasse globalizzato, ma le contraddizioni che ancora oggi persistono sono molteplici e nefaste.

Secondo l'enciclopedia Treccani, il termine comincia ad essere utilizzato negli anni Novanta «per indicare un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo». E ancora: «tra i principali aspetti della g. figurano i fenomeni connessi con il progressivo abbattimento delle barriere spaziali fra le nazioni indotto dallo sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione».

Se le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono in costante sviluppo, che ne è dell'abbattimento delle barriere spaziali? Esistono dei muri immaginari – in alcuni casi addirittura reali – ben costruiti e difficili da abbattere, che definiscono dove finisce una nazione e dove invece inizia un'altra. E per qualcuno, oltrepassare questo muro, rischia di essere un ultimo gesto.

Nonostante il numero delle traversate del Mediterraneo sia diminuito in questi ultimi anni, il bilancio delle vittime rimane sempre in forte aumento. I primi tre mesi del 2022 vedono 18.000 rifugiati attraversare il Mediterraneo, ma il picco è stato raggiunto nel 2015, anno in cui più di un milione di migranti ha raggiunto il continente europeo. Col passare del tempo e l'arrivo della pandemia, negli ultimi sette anni il numero di persone che raggiungono l'Europa è progressivamente calato, ma le vite perse durante la traversata rimangono molte, troppe: secondo un rapporto pubblicato dall'UNHCR, Agenzia Onu per i Rifugiati, il 2021 registra più di tre mila morti e dispersi, un numero che nel 2020 corrispondeva a 1881.

Mossi dalla speranza di trovare opportunità di vita ed economiche migliori, la maggioranza di queste persone lascia le proprie origini a causa di conflitti, violenze e persecuzioni. In Libia il numero degli incidenti è preoccupante: tra il 2018 e il 2022 si contano 3.346 morti, 3.718 rapimenti che coinvolgono bambini, 3.437 violenze sessuali e 6.799 violenze fisiche.

Mentre l'Occidente segue instancabile il suo cammino verso la globalizzazione, lo fa mettendosi addosso dei grandi paraocchi che gli impediscono di agire di fronte alle ingiurie e alle brutalità del resto del mondo.

Affinché il pianeta progredisca, la cooperazione tra i Paesi dovrebbe essere totale: ne è un bellissimo esempio il progetto InnovAgroWoMed che, con il lavoro congiunto di Italia, Spagna, Tunisia e Palestina, mira a stimolare la partecipazione al lavoro e l'imprenditorialità femminile nel settore agroalimentare.

Togliere i paraocchi e tendere una mano verso chi, a gran voce, la chiede: è questo che ci farà progredire veramente.

Last modified on Sabato, 11 Giugno 2022 20:43

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