Mercoledì, 29 Giugno 2022 13:14

Orizzonti di nuove possibilità

Luglio 2022, è tempo di ferie: dopo due anni di restrizioni da pandemia le porte si riaprono e si riprende a viaggiare.

Con la guerra in Ucraina una crisi economica incombe, ma il desiderio di “staccare” dalla routine quotidiana e di “vivere meglio”, almeno per qualche giorno, prevale. Chi può si sposta verso il luccichio del mare, il fresco rilassante della montagna, la meraviglia delle città d’arte; che siano luoghi affollati o pervasi di silenzio, basta che donino ciò di cui si sente il bisogno.
Le preferenze variano come le destinazioni da scegliere: molteplici. E si possono raggiungere comodamente.

Ma c’è un “altro viaggiare”: è quello imposto da conflitti e disastri ambientali, da persecuzione e violenza. È il viaggio “forzato” di chi vuole vivere.
Nel 2016 avevamo dedicato un dossier al “traffico” di uomini e donne, bambini e bambine: la loro disperata ricerca di vita, lontano dalla guerra in Siria e da tante altre guerre, diventava esperienza di morte nei campi dell’orrore in Niger, Libia, Grecia, Italia e Turchia o lungo il filo spinato delle frontiere della civilissima Europa.
È un viaggiare doloroso che da anni registra numeri crescenti per l’aggravarsi dell’emergenza climatica e dei connessi disastri ambientali; la copertina lo illustra.
Il 20 giugno 2022, in occasione della “Giornata mondiale del rifugiato” che celebra la Convenzione di Ginevra del 1951, sono stati registrati più di 100 milioni di persone sfollate nei primi mesi del 2022; una cifra mai raggiunta prima.
Caritas Internationalis ha ulteriormente precisato che durante il viaggio oltre 8.436, comprese quelle richiedenti asilo, hanno perso la vita e 5.534 sono scomparse dal 2019 al 2021.

Tutte queste persone “costrette a viaggiare” sono minaccia da respingere o risorsa da valorizzare?
Il dossier indica quali possibilità esistono per gestire al meglio questo “viaggiare forzato” sempre più imponente. Nel dicembre 2018 è stato siglato da 152 Paesi un Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare; procede a fatica, soprattutto per gli effetti del covid-19, ma continua a esistere e a smussare tante spine che insanguinano le migrazioni forzate. I suoi obiettivi si potranno davvero realizzare se l’informazione e la formazione riusciranno a dissolvere pregiudizi incalliti e paure di “perdere” egoisticamente il proprio benessere.

Come ribadito nelle celebrazioni del 20 giugno scorso, è una questione di lungimiranza, ovvero di coltivare uno sguardo che spazia oltre l’oggi e intravede nuove possibilità.
Anche le altre pagine di questo numero (su Festival della Missione, Europa, ecologia integrale, esperienze in Africa e donne nella storia...) prospettano “un passo oltre”, e le pagine comboniane raccontano addirittura una “grande svolta”.

Una nuova possibilità la stiamo vivendo anche nella redazione di Combonifem: a 150 anni dalla loro nascita, le Pie Madri della Nigrizia trasformano ulteriormente la loro pubblicazione in lingua italiana.
Nata nel 1934 come fogliettino informativo delle missionarie comboniane, Raggio (questo era il nome della rivista fino al 2007) ha assunto forme e contenuti diversi in relazione all’evolversi della congregazione, della Chiesa, della società e degli strumenti di comunicazione.
La digitalizzazione dei media e la crescente internazionalizzazione della congregazione inducono oggi a un ulteriore passo: il sito procede con respiro più internazionale, il magazine Combonifem termina con il 2022 e il 2023 darà vita al notiziario In missione Conlecomboniane (dettagli a pag. 2).

Ci attendono mesi decisivi per intravedere “nuove possibilità”.
Grazie per condividerle ancora con noi!

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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