Le Suore Missionarie Comboniane hanno avviato a Butembo un Centro di Recupero Educativo, una Scuola Primaria e anche una Secondaria. Purtroppo, dopo i recenti attacchi di M23, i massacri e la popolazione sfollata sono in aumento, ma l’educazione offre ancora speranza.
Recupero scolastico: un primo passo
Il Centro di Recupero Educativo (CRS) è operativo dal 2011: accoglie le ragazze e i ragazzi che non hanno avuto la possibilità di terminare il ciclo di scuola primaria o che non hanno mai messo piede a scuola per imparare a leggere e scrivere.
La loro età varia dai 10 ai 25 anni. Il centro offre un programma scolare intensivo di tre anni al posto dei normali sei del ciclo primario, e al termine gli studenti possono proseguire con una formazione professionale o di altro tipo.
Il 90% di loro arriva dalle circostanti zone di conflitto: sono sfuggiti alle violenze e si trovano a Butembo presso parenti o famiglie ospitanti, dove generalmente svolgono lavori domestici. Tra loro ci sono anche orfani e persone con difficoltà mentali o fisiche.
Le lezioni iniziano alle 13.00 e finiscono alle 17.00, perché la mattina è dedicata al lavoro. Cerchiamo di sensibilizzare genitori e famiglie ospitanti affinché comprendano che “bambine e bambini cattivi” non esistono: siamo noi adulti che, con sensibilità e rispetto, possiamo educare a comportarsi in modo positivo, perché certi comportamenti negativi sono spesso frutto dei traumi e delle violenze che hanno subito.
Educazione di qualità: garanzia di futuro
La scuola primaria Daniel Comboni è stata aperta nel 2021 e adotta il curricolo nazionale, che ha un ciclo di 6 anni suddiviso in tre livelli di due anni ciascuno: livello elementare (1-2), livello medio (3-4) e livello finale (5-6). L'età di ammissione è 6 anni e il ciclo primario termina con l’esame di Stato.
Per l’anno scolastico 2024-2025 abbiamo già 450 scolari, suddivisi in 11 classi. In passato alcuni genitori iscrivevano i loro figli e figlie a scuole cattoliche lontane ma, da quando questa scuola è stata inaugurata, le famiglie dei dintorni le iscrivono qui, perché percorrere lunghe distanze espone i bambini e le bambine a frequenti rapimenti.
A Butembo la popolazione vive principalmente di agricoltura e commercio, ma adesso, a causa della crescente insicurezza, è pressoché impossibile muoversi liberamente, anche solo per raggiungere i propri campi da coltivare. La popolazione si sente abbandonata perché il terrore seminato dai gruppi armati imperversa. Attualmente, la principale preoccupazione dei genitori è provvedere economicamente all’educazione dei loro figli e figlie, dal momento che anche il lavoro agricolo, principale fonte di reddito, sta venendo meno.
Nonostante queste sfide, le famiglie tengono la nostra scuola in grande considerazione per la qualità dell’istruzione che offriamo.
Personalmente, prima di iniziare il mio lavoro verifico la presenza di tutti e tutte, scolari e personale. Anche nella crisi politica ed economica che attanaglia in Nord Kivu, le attività scolastiche sono ben coordinate: il rispetto degli orari, lo svolgimento delle varie attività della giornata e la sicurezza dentro la scuola. Se qualcosa non funziona, cerco di capirne le cause.
Supporto psicologico e umano
Attualmente, gran parte della popolazione scolastica è costituita da orfani o da figli e figlie di genitori separati. Spesso i bambini e le bambine non conoscono il padre, e la madre li abbandona per un altro uomo. Generalmente sono i nonni, già in età avanzata, a prendersi cura di loro; in questa situazione, provvedere cibo è la preoccupazione primaria e l’educazione diventa di secondaria importanza.
Questi bambini e bambine quando sono in classe si sentono a disagio, perché non hanno il necessario per progredire negli studi; inoltre, la mancanza di supervisione a casa ha un impatto molto negativo sui loro risultati.
Cerchiamo di promuovere la condivisione fra di loro, affinché comprendano che le difficoltà fanno parte della vita e che si possono superare. A chi ha perso genitori e familiari, cerchiamo di infondere speranza, perché Dio è nostro Padre!
Li invitiamo anche a rispettare chi li educa o chi li accoglie, e curiamo la loro educazione civica e morale, affinché crescano con sani valori.
Garantire la qualità dell'insegnamento non basta: a molti bambini e bambine manca l’affetto dei genitori ed è a scuola che trovano punti di riferimento per crescere bene: per questo chi insegna deve anche essere pienamente presente alla loro storia e dimostrare loro attenzione e affetto. È importante poter dire la parola giusta al momento giusto. Questa presenza educativa è essenziale per aprire il cuore dei bambini e delle bambine: conoscere le loro famiglie e le loro amicizie permette di offrire loro un sostegno concreto per scoprire il senso della loro vita.
Vivere con dignità, sempre!
Anche la ricreazione contribuisce alla maturazione umana. Per questo l’insegnante sta con loro anche nei momenti di gioco, opportunità preziosa per scoprire le proprie capacità, i talenti nascosti, e far fiorire la fiducia in sé.
In caso di comportamenti indisciplinati, contattiamo i genitori, se ci sono, per ricercarne le cause: cosa fa sì che il bambino dorma in classe o arrivi sempre in ritardo a scuola? Forse non mangia abbastanza o lavora troppo a casa?
E se le famiglie di origine sono ferite o spezzate, la nostra scuola si adopera, in ogni modo possibile, ad affiancare i bambini e le bambine più sofferenti, perché il rendimento scolastico migliori, e ancor più cresca la loro consapevolezza di essere figlie e figlie di Dio.