Le giovani che hanno iniziato il noviziato sono: Giselle Remadji dal Ciad, Carmen Francisco e Nenita Basilio Velija dal Mozambico, Tireza Lemeza dall’Etiopia, Merline Okiasila e Françoise Mediane Yaya dalla Repubblica Democratica del Congo, e Napoliana Vagmaker Faria dal Brasile.
sr. Maureen Mora Agüero
Unità nella diversità: Vangelo che diventa vita
Il volto sempre più multiculturale della congregazione e i diversi contesti globali nei quali esprime oggi il suo carisma esigono di formare all’interculturalità fin dalla prima formazione, così che le diversità diventino anche testimonianza concreta di Vangelo. Bei contenuti e belle idee non bastano a formare le giovani all’interculturalità delle nostre comunità o ad assumere uno stile di vita missionario rispondente al nostro carisma. Se desiderano diventare Suore missionarie comboniane, serve un’esperienza che tocchi e cambi il loro cuore. Il Capitolo Generale del 2022 ha incoraggiato noviziati intercontinentali entro comunità formative ministeriali, interculturali e internazionali, in cui le giovani possano cogliere il significato della vita missionaria comboniana attraverso la testimonianza delle suore che vivono con loro.
Accolte, accoglienti
Ma il noviziato intercontinentale di Brescia diventa anche un segno di grande speranza. Una comunità religiosa di due Suore orsoline ha aperto il convento per accogliere quattro Suore comboniane e sette novizie: 11 persone di 9 diverse nazionalità. Una coraggiosa apertura al mondo, all’interculturalità e all’intercongregazionalità.
Sr. Maria Cecilia, quando ebbe notizia che accettavamo di aprire il noviziato in un’ala del loro convento, mi disse: «Solo il paradiso potrà superare la gioia che ho provato».
Altro segno di speranza è l’accoglienza calorosa della Diocesi di Brescia, in particolare del Vicario episcopale per la Vita consacrata, mons. Giovanni Palamini, che ci ha accompagnato nel processo di discernimento, nel dialogo con le Suore orsoline e nel coinvolgimento con la chiesa locale.
Presenza educativa missionaria
Grande speranza è offerta anche da oltre 500 giovani che studiano nella scuola delle Orsoline, ubicata nella stessa struttura del convento. La direttrice, con insegnanti e personale amministrativo, ci ha accolto con entusiasmo e desidera programmare momenti per condividere le nostre esperienze missionarie.
Infine, segno di speranza e oggi anche di profezia è essere nel centro della città di Brescia, dove si trovano tante famiglie migranti. La prima settimana Maureen, Annalisa, Azezet ed io, che sono messicana, siamo andate dal fruttivendolo. Azezet si è accorta che lui parlava arabo e lo ha salutato in quella lingua, che lei ben conosce. Lui è rimasto molto sorpreso, e da quel momento la saluta sempre e la chiama “zia”.
Credo che una comunità altamente internazionale, con la sua ricchezza culturale e linguistica, possa davvero essere una testimonianza profetica nel contesto bresciano. “L’interculturalità deve diventare il nuovo modo di fare missione”, e i tratti di questa comunità formativa sono: interculturalità, internazionalità, intercontinentalità, intergenerazionalità e anche intercongregazionalità.
A mio parere, il noviziato delle Comboniane a Brescia è una parola profetica: la comunità, in se stessa, comunica che l’unità nella diversità è possibile se siamo chiamate a donare la vita per la stessa passione missionaria: l’annuncio della Buona Notizia.