In Marocco, lo scorso 30 dicembre, un uomo è stato condannato per le ripetute violenze nei confronti della moglie. La pena consiste in 2 anni di carcere, al pagamento di una multa e al risarcimento di alcune migliaia di franchi alla consorte. Punizione troppo lieve? Sicuramente. Ma non dimentichiamo che la società marocchina, fino a poco tempo fa non considerava la violenza domestica come reato. Sono le prime conseguenze della legge Hakkaoui che, approvata a febbraio 2018 dal parlamento di Rabat, prende il nome dalla ministra della Famiglia che l’ha proposta. La normativa, approvata non senza difficoltà a ben dodici anni dalla prima lettura, inasprisce e in alcuni... leggi tutto
Il recente studio “Gender related killing of women and girls” pubblicato dalla Sezione Anti Droga e Crimini delle Nazioni Unite (UNDOC), fornisce un’analisi profonda di quelli che sono gli omicidi ai danni delle donne perpetrati all’interno della sfera familiare esaminando anche le forme di omicidio legate al genere al di fuori della sfera domestica come ad esempio in caso di conflitto armato o di morte di una operatrice del sesso. Lo studio ha come base l’analisi dei dati relativi agli omicidi commessi nei vari sistemi nazionali, omicidi per i quali la relazione fra vittima, aggressore e movente è data. La sezione speciale delle Nazioni Unite si è... leggi tutto
Il 3 dicembre 2018, il decreto 113/18, noto come Decreto immigrazione e sicurezza, è divenuto legge della Repubblica Italiana. Considerato da molti incostituzionale, il decreto viola i diritti umani e alimenta sentimenti di insofferenza e odio verso i migranti e tutti i “diversi” che chiedono aiuto. Una legge insidiosa, che si esprime in due forme principali:- nascere fuori dall’Italia è una colpa insanabile,- diventare cittadini italiani è pressoché impossibile. Da Palermo a Milano questa legge ha risvegliato l’opposizione dei sindaci che minacciano ribellione e dimissioni se il testo non verrà discusso e rivisto in tempi stretti.... leggi tutto
Una zona di guerra non è forse il contesto più ovvio per un’utopia femminista. Ma il villaggio di Jinwar, nelle distese desertiche del Rojava nel Kurdistan Siriano abitato da sole donne è la dimostrazione che anche in un paese devastato da anni di conflitti si possono realizzare sogni. Come quello di questo gruppo di donne che due anni fa ha costruito un piccolo borgo composto da una trentina di case, delimitate e protette da un cancello e circondate da un vasto appezzamento di terra in cui coltivano ortaggi.A Jinwar gli uomini non possono restare. “Non c’è bisogno di uomini qui”, dice Zainab Gavary, 28 anni, abitante del villaggio in un&r... leggi tutto
Sono 70 donne giudici, avvocatesse e procuratrici. Arrivano da Angola, Benin, Botswana, Capo Verde, Etiopia, Ghana, Kenia, Malawi, Marocco, Mozambico, Niger, Nigeria, Senagal, Sierra Leone, Tanzania, Tunisia, Uganda, Zambia, ma anche da Pakistan e Stati Uniti. Lo scorso 12 e 13 dicembre erano in Vaticano, nella sede della Pontificia Accademia della Scienze, per partecipare al summit contro la tratta degli esseri umani. Per condividere esperienze e studiare strategie in grado di arginare questa piaga moderna e aiutare le vittime a vivere una nuova vita sociale. Sin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ha chiesto all’Accademia di occuparsi e studiare la questione del t... leggi tutto
Nell’ampio dibattito sui diritti umani, un percorso specifico ha avuto l’affermazione dei diritti delle donne. Risultato di un lungo cammino a livello internazionale e regionale. Con la nascita delle Nazioni Unite nel 1945, la questione femminile acquista nuova rilevanza a livello internazionale. La Carta delle Nazioni Unite afferma la «fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell’uguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne» e l’articolo 13 introduce «il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua e di rel... leggi tutto
In India e altri Paesi la contorta e antica commistione di povertà e ignoranza fa degenerare il valore religioso in superstizione. È necessario operare un distinguo fondamentale tra la storia della religione e il valore religioso in sé stesso. Di fronte a questo scenario di forti chiaroscuri, si pone la sfida più grande: riscoprire la potenza del femminile, senza scivolare in sterili omologazioni al ruolo maschile, bensì valorizzando le reciproche differenze.La tela del mondo, con i suoi numerosi popoli e culture, dipinge questo schizzo in chiaroscuro da tempi immemori, ripresentando archetipi di comportamento trasversali a tutte le longitudini, a tutti i t... leggi tutto
Rileggere la Bibbia in chiave femminista, anzi femminile. Nell'era del #metoo, venti teologhe protestanti e cattoliche, stufe di vedere il testo sacro utilizzato per legittimare la "sottomissione" culturale e fisica delle donne, hanno deciso di pubblicare una sua rilettura critica e femminista. Il risultato è "Une Bible des femmes" (Una Bibbia delle donne), appena pubblicato dalla casa editrice Labor et Fides, a cura di Elisabeth Parmentier, Pierrette Daviau e Lauriane Savoy. Il progetto fu lanciato a Ginevra da Parmentier e Savoy, due insegnanti della Facoltà di Teologia fondata più di quattro secoli fa (1559) da Jean Calvin, il padre del protestantesimo francese. "Ab... leggi tutto
La lettera non si limitava a denunciare la violenza: dichiarava l’impegno a portare avanti «un’azione educativa e pastorale profonda e rinnovata», sia per liberare gli uomini «dalla spinta a commettere violenza sulle donne», sia per sostenere «la dignità delle donne».La dichiarazione affonda le sue radici nel Decennio Ecumenico di Solidarietà delle Chiese con le Donne, indetto nel 1988 dal Consiglio Ecumenico delle Chiese** con la partecipazione di molte donne cattoliche. Alla sua conclusione nel 1998, dalle visite alle Chiese aderenti di tutto il mondo era emersa una ben triste conclusione: ciò che univa le donne di ogni c... leggi tutto
Nel mondo, una donna su tre è vittima di violenza. Un dato che in questi giorni ha inondato tutti i media. Ma quanti di noi si sono fermati a riflette su cosa significhi questo dato? Diffonde un messaggio straziante: per ogni tre donne che conosciamo - una madre, una nonna, una sorella - statisticamente una di loro sta subendo o ha subito una violenza. A pensarci, è pietrificante. Eppure c’è chi, anche dopo una violenza ha la forza di parlare. Il coraggio di denunciare. La volontà di prendere l’iniziativa e combattere. Proprio per dare voce a questa vittime, e appoggiandosi allo slancio dei movimenti globali e delle campagne di base come #MeToo, #Ti... leggi tutto

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Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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