Lunedì, 28 Giugno 2021 20:42

Patto globale e migrazione ambientale

Il Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare (acronimo inglese Gcm) è un quadro non vincolante di cooperazione fra Stati: per rispondere alle sfide e alle opportunità delle migrazioni internazionali contemporanee articola impegni condivisi basati su 23 obiettivi e indica linee di attuazione, verifica e valutazione.

Sottoscritto il 10 dicembre 2018 da 164 Paesi, costituisce un risultato importante per gestire e governare a livello internazionale anche la migrazione ambientale, fatta oggetto di attenzione soltanto in tempi relativamente recenti.
Il Patto menziona specificamente la migrazione ambientale nell’Obiettivo 2, riservando un’intera sezione a “Disastri naturali, effetti avversi del cambiamento climatico e degrado ambientale”.

I suoi punti salienti in relazione all’ambiente sono così riassunti.

1. Il degrado a lenta insorgenza, i disastri naturali e il cambiamento climatico sono oggi fattori che generano migrazione.
2. La migrazione è indotta da un concorso di cause: quelle ambientali interagiscono con quelle politiche, economiche e demografiche.
3. Ogni Paese s’impegna ad affrontare i disastri, a ridurre i rischi che li scatenano e ad agevolare lo spostamento delle popolazioni colpite: la migrazione deve essere una scelta non necessitata dalla disperazione.
4. Le misure di mitigazione e adattamento nei Paesi di origine sono una priorità per contenere la spinta migratoria.
5. Quando le misure di adattamento o il rientro dei migranti risultano impossibili, si devono agevolare flussi regolari (con visti o piani di ricollocazione).
6. Qualora la migrazione sia indotta da ricorrenti siccità o da degrado ambientale a lenta insorgenza (desertificazione, infertilità ed erosione del suolo, innalzamento del livello dei mari), i Paesi s’impegnano a cooperare per sviluppare soluzioni migratorie.
7. È opportuno che le spinte ambientali alla migrazione vengano affrontate a livello regionale.
8. Sono incoraggiate politiche coerenti che recepiscano gli strumenti internazionali già concordati per contrastare il cambiamento climatico e gestire i disastri ambientali (Accordo di Parigi, Convenzione Onu contro la desertificazione, Quadro di Sendai, Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile).
9. Anche le raccomandazioni per gestire la migrazione ambientale proposte da singoli Stati o da organismi esterni all’Onu sono da considerare.
10. Per meglio affrontare le sfide poste dalla migrazione ambientale è necessario finanziare la ricerca e raccogliere dati.

Per realizzare gli obbiettivi che il Patto si propone saranno necessari volontà politica, finanziamenti adeguati e nuove modalità di collaborazione fra le parti interessate.

 

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Last modified on Lunedì, 28 Giugno 2021 20:45

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