Giovedì, 28 Febbraio 2019 10:32

La vita è più importante

Fin dal mio arrivo in Etiopia, verso la fine del 2000, mi sono resa conto di trovarmi di fronte a una realtà complessa e affascinante, che avrebbe richiesto ascolto, attenzione ed umiltà per poter essere almeno intesa e sperimentata, se non completamente compresa

Uno dei Paesi più popolosi dell’Africa, amalgama di religioni e culture, di popoli e lingue, richiedeva che mi fermassi a osservare con occhio vigile e attento per non stravolgere la comprensione di ciò che mi si presentava dinnanzi.
Unica nazione africana scampata allo scempio del colonialismo, l’Etiopia ha per secoli rappresentato il baluardo cristiano nel Corno d’Africa: la popolazione cristiana, in maggioranza di confessione orientale, supera abbondantemente il 50%, esempio riuscito di inculturazione del Vangelo in Africa; i cattolici sono una minoranza esigua, inferiore all’1%, mentre l’islam arriva al 35%.

Dall’inizio mi sono trovata a guardare alla Chiesa orientale ortodossa Tewahedo con una curiosità particolare. Malgrado la non dimestichezza con la lingua ufficiale e ancora meno con la lingua liturgica (ge’ez), mi sono ritrovata ad incontrare un mondo di espressione del sacro che mi ha fatto respirare l’anima, l’ha arricchita e trasformata.

Donne accoglienti
Con passi timidi sono entrata in una chiesa ortodossa, e qui sono stata subito accolta dalle donne… che non si sono fatte problemi se io non ero ortodossa o etiopica, ma subito hanno cominciato con l’offrirmi un posto comodo per le lunghe liturgie, o il maqomia, il bastone della preghiera a cui ci si appoggia durante la liturgia.

Il primo passo di ogni incontro nasce dal riconoscere che chi è ospite viene accolto, viene riconosciuto e accudito. Così, mi hanno insegnato a indossare la netala, il largo scialle con cui ci si avvolge per andare in chiesa.
L’essere parte dell’assemblea che celebra mi ha insegnato la capacità di accoglienza, ascolto, ma anche la gioia di poter condividere la propria fede senza cercare una conversione approssimativa, ma semplicemente perché, se si è insieme, allora veramente si condivide il Mistero, pregando e ringraziando per il dono della vita.

Divisioni superate
Se possiamo discutere delle differenze teologiche, della tradizione ecclesiale, delle divisioni storiche, la mia esperienza con le donne nella Chiesa ortodossa etiopica mi ha insegnato che è molto più quello che ci unisce. La gioia di condividere è più importante di ogni altra, e celebrare insieme il Mistero ci unisce ci trasforma e ci fa superare la divisione.

Continua...

Last modified on Sabato, 02 Marzo 2019 14:23

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