Sabato, 19 Ottobre 2019 16:26

Una rivoluzione silenziosa

Mentre le donne curde combattono per difendere la propria terra, e i propri diritti, in Afghanistan altre donne combattono una rivoluzione silenziosa, per vivere e difendere la vita.

In Siria i combattimenti hanno bloccato uno Stato, solo per fare la guerra.

Mentre le donne curde combattono per difendere la propria terra, e i propri diritti, in Afghanistan altre donne combattono una rivoluzione silenziosa, per vivere e difendere la vita.

In questo angolo di mondo, il 2019 segna il quarantunesimo anno di una guerra che ha causato danni materiali e umani, centinaia di migliaia di vittime e un numero ancora più alto di sfollati. Il conflitto senza fine ha seriamente compromesso la struttura del Paese, incluso il sistema sanitario nazionale. Le donne, in particolare, hanno un difficile accesso alle strutture sanitarie.

Il tasso di mortalità femminile in Afghanistan è più altro del 50% rispetto a quello maschile. 1 donna su 14 muore durante la gravidanza o il parto. Anche la mortalità infantile è alta: 1 bambino su 18 muore prima di compiere 5 anni (di questi, l’80% muore entro il primo anno di vita).
Emergency ha pubblicato "Una rivoluzione silenziosa", un rapporto di Emergency che fa il punto su questa presenza dal 2013 ad oggi e analizza l’impatto che un Centro di maternità può avere in un paese dove l'assistenza sanitaria per le donne non è cosa semplice.

“In 12 anni ho visto nascere migliaia di bambini – afferma Raffaela Baiocchi, Emergency Medical Division - ma soprattutto ho visto nascere e crescere tante donne: le nostre ostetriche, le nostre infermiere, le nostre giovani dottoresse. Donne che hanno studiato, lavorato e lottato contro tanti pregiudizi e talvolta anche minacce, per costruirsi una professione che esercitano con passione, intelligenza e soprattutto empatia. Il Centro di maternità di Anabah è un mondo dove le donne si salvano a vicenda”.

L’importanza del Centro non si limita alla prevenzione e all’assistenza sanitaria: Anabah è anche un polo formativo per il personale afgano – qui composto da sole donne, più di 40 – che lavorando ogni giorno a contatto con il personale internazionale riceve una formazione pratica e teorica. Perché in fondo il nostro obiettivo è fare in modo, un giorno, di non essere più necessari. Inoltre, le donne che si dedicano a una carriera professionale sembrano avere la possibilità di cambiare il proprio ruolo all’interno della società afgana.

Da qui, le guardiamo con coraggio.

Last modified on Sabato, 19 Ottobre 2019 16:48

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