Giovedì, 10 Novembre 2022 12:55

La “salvezza” di Wau

La salute è un bisogno primario, ma non sempre è garantito. La missione cattolica lo aveva reso disponibile nel contesto particolarmente sfidante del Sudan meridionale, e fino ad oggi la sua presenza non è venuta meno

Nel 1958 l’ospedale cattolico di Wau, capoluogo della regione del Bahr el-Gazal e costruito dalla Chiesa cattolica, viene requisito dal governo di Khartoum, che nel 1961 inizierà ad espellere il personale “straniero”, scomodo testimone delle violenze inferte alla popolazione locale. Nel marzo 1964 tutti i missionari e le missionarie devono lasciare il Sudan meridionale.

Guerra… e poca pace
Durante la lunga guerra civile, la città di Wau è segnata da sanguinosi scontri. L’ospedale cattolico viene requisito dal governo e diventa ospedale militare. Dopo il trattato di pace del 2005, la ricostruzione inizia anche nella regione del Bahr el-Ghazal, e dopo 50 anni quell’ospedale torna alla Diocesi di Wau, che nel 2009 ne avvia una profonda ristrutturazione.

Nel 2010 viene finalmente riaperto come ospedale civile il Saint Daniel Comboni Catholic Hospital (Sdcch), che senza distinzioni di etnia o religione provvede da allora a curare ogni anno decine di migliaia di persone. Tra loro, molte degli insediamenti seminomadi che circondano la città, la cui popolazione vive principalmente di pastorizia e conserva tradizioni ancestrali di igiene e cura che spesso penalizzano le donne, ancor più se gestanti.

A causa della lunga guerra civile la popolazione del Sud Sudan, tra le più giovani al mondo, ha una copertura sanitaria del tutto inadeguata, con altissima mortalità materno-infantile.

L’impegno a “dare vita”
Nel 2011 nasce la Repubblica del Sud Sudan, ma decenni di rivalità e rancore non si cancellano in pochi anni di “non guerra”. Lo scontro tra il presidente Salva Kiir Mayardit, di etnia dinka, e Riak Machar, di etnia nuer, con un passato di alleanza con il governo ostile di Khartoum, nel dicembre 2013 travolge la capitale Juba e dilaga rapidamente in altre aree del Paese. Nel giugno 2016 sconvolge anche Wau, che accoglie in pochi giorni circa 150.000 sfollati. Ancora una volta, la missione diventa un campo profughi e l’ospedale si trova ad assicurare un servizio ininterrotto di pronto soccorso.

Soddisfazioni e sfide
Oggi la città multietnica di Wau, unita ai suoi dintorni, conta circa 500.000 abitanti e costituisce il centro di riferimento dell’intera regione. L’Ospedale “San Daniele Comboni” fornisce servizi di prevenzione, con particolare attenzione a vaccinazioni e accompagnamento delle gestanti; per diagnosi accurate si ricorre anche a laboratori clinici, radiografia ed ecografia; la terapia è condotta a livello ambulatoriale e in quattro reparti, per un totale di 110 posti letto con quasi 6.000 ricoveri all’anno in maternità, pediatria, medicina e chirurgia.

In collaborazione con il Catholic Health Training Institute di Wau, contribuisce a formare infermieri, infermiere e ostetriche ben preparate, ma trattenere il personale che lo stesso ospedale concorre a preparare rimane una sfida: gli stipendi che può pagare non possono competere con quelli di certe Ong internazionali.

Il servizio, però, continua ostinatamente. È motivo di orgoglio sapere che chi ha lavorato all’Sdcch trova dappertutto grande apprezzamento, ma è anche una grande sfida.

Last modified on Giovedì, 10 Novembre 2022 12:59

CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

Leggi Tutto

Instagram

YOUTUBE

All for Joomla All for Webmasters
Utilizziamo i cookies per facilitare una migliore esperienza sul nostro sito. Se continui la navigazione riteniamo confermato il tuo assenso. Clicca qui per sapere di più sulla policy.