Lunedì, 28 Giugno 2021 21:01

Benedizione e futuro

Nuova presidente, nuova segretaria e nuovo consiglio di presidenza: il rinnovo delle cariche direttive è stato al centro dell’assemblea generale del Coordinamento teologhe italiane (Cti), riunita il 5 giugno 2021 in modalità telematica. Un passaggio di testimone preceduto dalla relazione della presidente uscente, Cristina Simonelli, e seguito da uno scambio di sguardi sul futuro affidati alla nuova eletta, Lucia Vantini

Veronese, classe 1972, Lucia Vantini – vicepresidente nello scorso quadriennio – insegna Teologia fondamentale e Antropologia all’Issr San Pietro Martire e Antropologia filosofica e Antropologia teologica allo Studio teologico San Zeno di Verona, e Storia della filosofia contemporanea come docente a contratto all’Università.
Insieme a lei sono state elette la nuova segretaria – la piacentina Donata Horak, canonista – e il nuovo Consiglio di presidenza, che risulta composto da Rita Torti (Parma), Federica Cacciavillani (Vicenza), Anna Carfora (Napoli), Alice Bianchi (Roma) e Simona Segoloni (Perugia), che il consiglio ha scelto come vicepresidente.

REALTÀ IN DIVENIRE
È stato un momento importante per l’associazione, fondata 18 anni fa da un gruppo di teologhe (fra cui la stessa Simonelli) su impulso di Marinella Perroni. Ancora attuali sono le ragioni degli inizi: dare visibilità e sostegno alle donne impegnate nella ricerca teologica e portare in quella ricerca la prospettiva di genere, per una riconfigurazione complessiva del pensiero e delle pratiche, a vantaggio di tutte e tutti. Ma quelle ragioni vanno continuamente ri-declinate seguendo il mutare dei tempi, dei linguaggi, delle istanze ecclesiali e sociali, con ciò che questo comporta per l’attività del Cti stesso, che nel frattempo, dal piccolo gruppo iniziale, è diventato una realtà che comprende oltre 160 socie.
Se n’era parlato nell’incontro del 29 maggio “Una stanza per noi – Teologhe: visione e futuro”,* altri spunti sono venuti – come detto, nell’assemblea.

VISIONE D’INSIEME
Cristina Simonelli si è così espressa: «La prima sensazione che affiora è quella di un compito portato a termine insieme, di un’opera bella che è “nostra”, perché gli apporti di tutte, messi insieme, hanno tessuto questo arazzo. In questo modo e solo in questo modo il Cti ha potuto manifestarsi come un contesto affidabile, come una rete di pratiche critiche e insieme proficue. Certamente continuerò a far parte di questa rete e darò il mio contributo di socia anziana: non lo dico per celia, in attesa che qualcuno mi corregga, ma con la convinzione di avere un compito importante di benedizione per le amiche che proseguono il lavoro, lo stesso che ha esercitato e tuttora esercita Marinella Perroni».

Sulla medesima frequenza si colloca Lucia Vantini: «È molto suggestiva l’immagine dell’arazzo usata da Cristina, e la vorrei riprendere avvertendo la responsabilità e l’entusiasmo della tessitrice. Sento allora che ogni punto della trama già intrecciata è un frammento originale e da non perdere, così come avverto la rilevanza di ogni punto che verrà aggiunto e che sarà tanto più bello quanto più, nella sua differenza, troverà armonia nei colori e nelle forme già visibili».

 

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Last modified on Lunedì, 28 Giugno 2021 21:05

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