Quale emergenza? Rifugiati siriani in cammino
Sabato, 01 Aprile 2017 09:19

Quale emergenza?

È aprile. Ma bel tempo significa davvero emergenza immigrazione?

Il clima è appena diventato mite e già giornali e tv hanno lanciato il loro allarme migranti. Hanno già diffuso previsioni, rischi, problematiche. Quante, però, le soluzioni proposte da Italia ed Europa per affrontare al meglio una situazione che da anni, ormai, attanaglia il Mediterraneo?

Una potrebbe essere, innanzi tutto, non gridare all’emergenza invano. Perché, tra le persone che fuggono dal proprio Paese per chiedere protezione o asilo, le donne e gli uomini che ricevono una risposta positiva, e assumono lo status di rifugiati, sono pochi.

Già due anni fa, quando l’Italia era considerata un paese in piena crisi di immigrazione, gli stranieri rifugiati erano intorno all’8% della popolazione, pari a circa 5 milioni di persone. Ma secondo un sondaggio del Corriere della Sera, gli italiani tendevano a sovradimensionare il dato: per il 44% delle persone, gli stranieri rappresentavano il 15% della popolazione, mentre per il 36% erano addirittura un terzo (circa 20 milioni di rifugiati).

Le cose non stanno proprio così. Secondo il rapporto Mid-year trends dell’Unhcr, i rifugiati nel mondo – non i richiedenti asilo, ma coloro che hanno ricevuto una risposta positiva – a metà del 2016 erano 16 milioni e 515.190. Circa 2 milioni e 100mila si trovano in Europa (di cui 2 milioni e 800mila nella sola Turchia). Gli altri hanno preferito altri continenti: America in primis, Asia e Africa.

Lo stesso documento riferisce che negli anni l’Italia ha accolto circa 131mila rifugiati. Ciò significa che ha risposto positivamente a circa il 40% delle domande di asilo (secondo le tre modalità previste: status di rifugiato, protezione sussidiaria e umanitaria). Percentuale che nel 2016 sembra essere addirittura diminuita.

In Norvegia dove la popolazione è circa un dodicesimo di quella italiana (circa 5 milioni di abitanti), i rifugiati sono 53,909. I numeri, in proporzione, sono circa dieci volte superiori rispetto a quelli del nostro paese. In Canada la proporzione aumenta ulteriormente se si considera che la popolazione è poco più di metà di quella italiana e i rifugiati, nel 2016, sono stati circa 136mila.

Ma quante sono 131mila persone? Considerati tutti insieme, i rifugiati in Italia occuperebbero poco più di metà dei posti sulle gradinate del Circo Massimo a Roma che, secondo una stima, riuscirebbero a far sedere circa 250mila spettatori. Non riempirebbero completamente nemmeno Piazza San Pietro, che ha una capienza massima di 180mila persone.

Ora considerate che non sono tutti insieme, sono distribuiti in borghi, città, distretti in una percentuale di due ogni mille abitanti.

È importante, quindi, avere uno sguardo chiaro e libero da pregiudizi quando si usano parole come ‘emergenza’ o ‘invasione’, perché al di là della condizione di frontiera (ormai quasi unica) dell’Unione Europea a sud, l’Italia ha una presenza abbastanza contenuta di rifugiati sul proprio territorio. Una percentuale che buone politiche di accoglienza e integrazione possono, senza difficoltà, trasformare da presunto problema in risorsa.

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