Le migliaia di pellegrini che avevano raggiunto Juba, capitale del Sud Sudan, per partecipare alla visita del Papa dal 3 al 5 febbraio hanno in gran parte fatto ritorno alle loro città e villaggi. Anche se i riflettori internazionali sul Sud Sudan si sono spenti, gli echi di questo storico evento continuano a farsi sentire. La televisione nazionale, ad esempio, continua a trasmettere immagini di papa Francesco con il Presidente.Questi sono alcuni flash dalla mia esperienza personale per cogliere alcuni aspetti importanti della visita.L’arrivo all’aeroporto di Juba, con il Presidente Salva Kiir che camminava a fianco del leader spirituale più noto al mondo ma costret... leggi tutto
Nel 2022 per la prima volta Pax Christi Internazionale, un movimento cristiano per la pace di cui fanno parte anche le Suore missionarie comboniane, ha organizzato un minicorso per le religiose sulla non-violenza come stile di vita. Lo scopo era quello di fornire alle suore una conoscenza critica del principio della non-violenza e della sua pratica, nella speranza che le 13 partecipanti potessero a loro volta diffondere questo messaggio tramite la rete di persone con cui sono in contatto attraverso i loro servizi e ministeri in Sud Sudan. Le speranze di Pax Christi non sono state deluse e il desiderato ‘effetto a catena’ si sta verificando: le 13 suore sono attivamente impegnate... leggi tutto
Nel 1958 l’ospedale cattolico di Wau, capoluogo della regione del Bahr el-Gazal e costruito dalla Chiesa cattolica, viene requisito dal governo di Khartoum, che nel 1961 inizierà ad espellere il personale “straniero”, scomodo testimone delle violenze inferte alla popolazione locale. Nel marzo 1964 tutti i missionari e le missionarie devono lasciare il Sudan meridionale. Guerra… e poca paceDurante la lunga guerra civile, la città di Wau è segnata da sanguinosi scontri. L’ospedale cattolico viene requisito dal governo e diventa ospedale militare. Dopo il trattato di pace del 2005, la ricostruzione inizia anche nella regione del Bahr el-Ghaza... leggi tutto
Le Pie Madri arrivano a Lul, nel Sudan meridionale: è il 1901. La loro presenza, però, si diffonde nelle altre regioni soltanto a partire dal 1919, con le comunità di Wau e dintorni. Molto attive nelle parrocchie, nell’educazione e nella sanità, sono apprezzate per la loro vicinanza alla gente. Dal 1948 il Sudan tratta l’indipendenza dal Regno Unito e inizia una progressiva islamizzazione delle regioni meridionali del Paese, fino ad allora tenute separate da quelle arabe del Nord. Secoli di schiavismo, interrotto alla fine dell’Ottocento dal governo britannico, sembrano incombere di nuovo: il 18 agosto 1955 le etnie del Sud si ribellano e inizi... leggi tutto
Il Signore ha piantato in me il seme della vocazione missionaria comboniana quando era piccola. Ricordo spesso e con simpatia un Natale; avevo quattro o cinque anni e papà, con un vecchio mangianastri, invitava mio fratello e me a registrare un messaggio di auguri e i canti natalizi imparati alla scuola materna per lo zio Guerrino, missionario comboniano nella Repubblica Centrafricana. La cassetta gli sarebbe arrivata con grande ritardo, ma gli avrebbe fatto comunque tanto piacere. È questo il mio primo contatto con la missione: un posto lontano, non facilmente raggiungibile, da cui si torna ogni tre o quattro anni. Quando veniva a casa in vacanza, lo zio Guerrino ci raccontav... leggi tutto
Albeggiava appena, ma quel 9 luglio era stato preparato da mesi, anzi, da anni. Quel giorno era così denso di attese che fiumi di persone erano già arrivate da ogni parte del Paese con i loro abiti tradizionali, le bandiere e i tamburi. Prima dello spuntar del sole, la grande piazza del mausoleo di John Garang, considerato l’eroe che aveva liberato il popolo dall’oppressione di Khartoum, era gremita da una moltitudine di gruppi etnici che cantavano e danzavano. Il protocollo della cerimonia annunciava l’arrivo di capi di Stato e delegazioni di alto rango, ma la gente continuava a festeggiare imperturbata, con spontanea semplicità. Quanta gioia accolse... leggi tutto
Vi scrivo da Yambio, Sud Sudan.Sono originaria di Chiuduno (Bergamo) e dal 30 agosto 2019 lavoro in un centro che prepara studenti di ogni parte di questo Paese, reduce da una lunga guerra, a insegnare nella scuola primaria. Adesso anche qui, in uno degli angoli più remoti del mondo, si conosce Bergamo. Prima che il college chiudesse, ogni mattina una studentessa o uno studente si alzava in piedi nell’assemblea per affidare alla protezione di Dio le sorelle e i fratelli di Bergamo e tutta la popolazione italiana provata dall’epidemia del coronavirus. Una mattina avevo la prima ora (insegno matematica). Dopo l’appello, Meling alza la mano e chiede la parola. A nome ... leggi tutto
Non sono stati pochi i cessate il fuoco e gli accordi di pace sottoscritti tra le fazioni avverse in Sud Sudan, dove la guerra civile è scoppiata dopo soli due anni di indipendenza nazionale. Ieri, a Roma presso la Comunità di Sant’Egidio, è stata annunciato in conferenza stampa che è stata siglata una nuova Dichiarazione sul processo di pace in Sud Sudan. Un testo breve, che si concentra su tre punti: l’entrata in vigore della cessazione delle ostilità dalla mezzanotte del 15 gennaio; l’impegno a continuare il dialogo, al fine di raggiungere una «pace inclusiva e sostenibile», sotto gli auspici di Sant’Egidio e in consul... leggi tutto
Sono arrivata a Wau nel 1955: avevo 26 anni. Fino a Khartoum ho viaggiato con l’aereo di linea inglese, poi con un piccolo aereo a elica. A Wau siamo atterrati su un prato d’erba. Sono stata la prima comboniana a viaggiare in aereo, perché all’ospedale era urgente sostituire il personale inglese che stava lasciando il Sudan. Noi suore eravamo tre: due infermiere, Albertina Modenese e io, e un’ostetrica, Emanuella Castagna. Tre volte al giorno, con il casco in testa, si andava e tornava in bicicletta coprendo una distanza di circa due chilometri. A quel tempo i reparti comprendevano: maternità, chirurgia, medicina, pediatria. Un reparto era riservato ai ... leggi tutto
Il Sud Sudan è tuttora dilaniato da una guerra civile che si trascina da oltre mezzo secolo. Queste pagine non osano svelare gli intricati retroscena di tanta sofferenza, subita e inferta. Svelano semplicemente incontri fugaci e relazioni intense, vissute e raccontate con grande umiltà. È un modesto tributo a quelle donne che, senza atteggiarsi a eroine, hanno assunto su di sé il desiderio di riscatto di tante e tanti giovani che nel Sudan meridionale hanno avuto la sorte di nascere. 1919: le prime donne europeeLe cinque comboniane che inaugurarono la comunità di Wau furono Rosa Facci, Valentina Cederle, Clelia Donà, Brigida Carrettoni e Rosilde Gia... leggi tutto
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CHI SIAMO

Il Centro di Comunicazione Combonifem è un stato costituito a Verona dalle Suore missionarie comboniane nel 2008.

Attraverso una rivista, un sito web e social media correlati promuove la dignità di ogni persona nel rispetto delle differenze di genere, di cultura e di religione, per far crescere società inclusive attente al bene comune.

Il nome stesso, “Comboni-fem”, esprime il valore della prospettiva femminile nella comunicazione ...

 

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